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Giuseppe Conte, il retroscena: le indicazioni a Vito Crimi, "al Quirinale evita spigoli quando parli di Matteo Renzi"

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A Giuseppe Conte non rimane che l'arte dell'oratoria. Il premier le sta tentando tutte pur di rimanere a Palazzo Chigi. Visti i numeri risicatissimi, il presidente del Consiglio ha solo una scelta: far riconciliare il governo giallorosso. In particolare il Movimento 5 Stelle con Italia Viva. Per questo Conte si è svegliato di buon'ora nella giornata delle consultazioni e ha telefonato al reggente Vito Crimi per consigliarlo, da buon avvocato d'affari, sul linguaggio da usare per evitare altri guai su al Quirinale.

 

 

"Mi raccomando - lo ha pregato nello sfogo riportato da Augusto Minzolini sul Giornale - nessuna polemica con Renzi e i suoi. Evita spigoli. Tira via il veto su Renzi, non ne parlare neppure al passato, ma, soprattutto, lega il proseguimento dell'esperienza di questa maggioranza al mio nome". A lavorare meglio ai fianchi Rocco Casalino. Il portavoce del premier è andato dritto al cuore del problema. L'ex concorrente del Grande Fratello ha raggiunto i pentastellati più ostili a Matteo Renzi, per poi lasciarsi andare a un rimprovero.

 

 

"Amore... - riporta la conversazione con un Cinque Stelle il retroscenista - , ma ti pare che debba essere io a dirti di smetterla con Renzi. Proprio io! Ma questo non è il momento di rompergli le scatole. È talmente chiaro. La possibilità di mantenere Conte a Palazzo Chigi è legata a lui. Per cui che ci frega delle sue gite in Arabia?!". Eppure sembra che il discorso di Crimi dopo il faccia a faccia con Mattarella abbia sortito l'effetto contrario. I pentastellati più dissidenti si sono infuriati. Per loro il veto sul rottamatore c'è eccome. Un clima che ha dell'assurdo. Tanto che in questi giorni concitati si vocifera già di un'implosione pentastellata. Dieci senatori e 20 deputati sarebbero già pronti a prendere l'uscita. E a fare quello che in molti hanno già definito "kamikaze". Ossia far saltare il Conte ter.

 

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