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Giorgia Meloni al Quirinale in stampelle: "La rappresentazione perfetta di come nasce un Conte-ter"

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Terzo giorno di consultazioni. Oggi, venerdì 29 gennaio, al Quirinale tocca al centrodestra. E così ecco che si presenta Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d'Italia. E si presenta con un paio di stampelle e zoppicante, vittima insomma di un infortunio. E intercettata dai cronisti poco prima di ascendere da Sergio Mattarella, quando questi le chiedono che cosa le sia successo, ecco che la Meloni replica con una battuta, tranchant: "È la rappresentazione perfetta di come nasce un Conte-ter. Un governo zoppo...", replica tagliente la Meloni, senza spiegare in quale infortunio sia incappata. Per certo, il suo è un "no" al Conte-ter, "no" ribadito da giorni, senza indugi. Quel Conte-ter che però, con il passare delle ore, sembra sempre più lontano. 

In precedenza, la Meloni aveva bollato come gossip le voci su un possibile avvicinamento di Silvio Berlusconi e Forza Italia a quello che è stato ribattezzato il governo-Ursula: "Ho sentito le parole di ieri del presidente Berlusconi e non mi pareva che fosse interessato all'ipotesi di un Governo Ursula. Una maggioranza Ursula a me preoccuperebbe, penso che l'Italia abbia bisogno di un Governo di patrioti, non di un Governo sedicente europeista che si confonde e fa gli interessi di Francia e Germania. Noi abbiamo già un Governo sedicente europeista", aveva spiegato la leader FdI a Radio Anch'io, su Rai Radio 1.

E ancora, a proposito del fatto che Forza Italia si dichiari un partito europeista, aveva aggiunto: "Per carità, sono inseriti nella dinamica europea, come lo è Fratelli d'Italia. Tutti vogliamo stare in Europa, il punto è se vogliamo difendere gli interessi italiani o quelli francesi e tedeschi. E mi pare Berlusconi non lo abbia mai fatto". La ricetta della Meloni è semplice, lineare, quella che ribadisce da tempo: "Ogni giorno leggo che il centrodestra sarebbe spaccato, diviso, una coalizione eterogenea. Che sarebbe stato devastato da tentativi di acquisizione di senatori fintamente responsabili, in realtà voltagabbana - ha rimarcato -. Non è andata cosi. È andata che Conte si è dovutp dimettere perché non è riuscito a convincere questi esponenti del centrodestra a sostenerlo. Mi pare che la compattezza del centrodestra sia stata nei fatti, l'opzione su cui tutti siamo tutti d'accordo è quella elettorale. Proprio perché praticabile sarebbe quella più giusta . Non ho motivo di credere che le cose cambieranno", ha concluso la Meloni.

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