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Matteo Renzi e Gianni Letta, lo scontro su Mario Draghi: "Non è disponibile", "Falso". Silvio Berlusconi tra due fuochi

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Mario Draghi rimane ancora la carta vincente. Con un premier impossibilitato dal trovare "responsabili" pronti a sostenere un Conte ter, il nome dell'ex governatore della Banca centrale europea torna a riecheggiare nelle sacre stanze. A fare il tifo per lui Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, uscito dall'incontro con Sergio Mattarella e in favore di telecamere, non ha negato la volontà di un governo istituzionale. Un desiderio, quello del rottamatore, anticipato a Silvio Berlusconi. A dar conto del colloquio tra ex presidenti del Consiglio è Augusto Minzolini.

 

 

Il retroscenista sulle colonne del Giornale svela il succo della telefonata. Al centro sempre lui, Draghi. Renzi ha chiarito al numero uno di Forza Italia che l'economista potrebbe anche essere interessato al ministero dell'Economia e delle Finanze. A quel punto il Cavaliere è corso a informare il suo braccio destro, Gianni Letta. Nonché l'uomo che più ha tessuto le relazioni con l'esecutivo Pd e M5s. Ed è stata proprio la sua simpatia nei confronti di Giuseppe Conte a frenare gli entusiasmi. "Draghi non è disponibile" si è limitato a dire a Berlusconi, anche per non dare un dispiacere all'attuale inquilino di Palazzo Chigi. Ma Renzi, che sta lavorando alacremente per mettere in campo Draghi, ha a sua volta precisato: "Non è così". Cosa faccia pensare al rottamatore che l'ex della Bce sia disponibile non è dato sapersi. Forse un incontro, forse una telefonata. O forse nessuno dei due. 

 

 

In ogni caso Draghi metterebbe d'accordo molti. Il Pd di fronte al suo nome come candidato premier non potrebbe arretrare. Idem il Movimento 5 Stelle che pur di evitare le elezioni scaricherebbe anche Conte. Stesso discorso per il centrodestra. Almeno in parte. Forza Italia non ha mai negato la propria stima nei suoi confronti, mentre la Lega - seguendo i moniti di Giancarlo Giorgetti - potrebbe arrivare a un giusto compromesso. Più restia Giorgia Meloni. Anche se per il bene del Paese nulla può essere escluso.

 

 

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