Alessandro Di Battista, "ora che non c'è più la Boschi...". Tutto vero: pronto per fare il ministro
A che partita sta giocando mezzo Movimento 5 Stelle? La domanda è lecita, vista l'escalation nella serata del primo giorno di consultazioni. Alessandro Di Battista guida l'ala dei duri e puri, che in Senato sembrano disposti a dichiarare guerra a Italia Viva, ma anche a Luigi Di Maio e Vito Crimi, arroccandosi su Giuseppe Conte: "O lui premier o voto", spiegano una dozzina di senatori grillini, accelerando lo scontro con i renziani. In giornata, Barbara Lezzi (vicina a Dibba) aveva ribadito il suo "Mai più con Renzi" che aveva contribuito a creare un clima di tensione. Pd e M5s hanno ufficialmente ribadito la propria posizione a sostegno di Conte, ma il clima è quello del "tutto è possibile". Dunque, l'irrigidimento di una parte dei pentastellati sembra più un avvertimento ai "malintenzionati". Tradotto: "niente scherzi".
E qui si innesta l'uscita di Di Battista, che mescola nuovamente le carte: "Per me Renzi è una cosa, mentre i parlamentari di Italia Viva un'altra, non è neanche un mio problema. Deve restare fuori dalla porta. Renzi non è più un politico, è un lobbysta di stesso. Ai parlamentari di Italia Viva dico di fare attenzione perché li porterà a sbattere". Un messaggio trasversale, per spaccare il campo dei renziani. "Credo che l'obiettivo di questa crisi, di una parte dell'establishment, sia far fuori il presidente del Consiglio, stanno solo cercando di nascondere le impronte digitali". Conte, spiega l'ex deputato, fuori dal Parlamento dal 2018, "è una persona che merita lealtà. Il presidente del Consiglio merita un trattamento degno, io non sono sempre d'accordo con lui, ma merità dignità".
Secondo Di Battista, le voci di chi vorrebbe parte dei 5 Stelle pronta a tradire il premier dimissionario sono "fake news": "Non ci sono assassini. Se il M5S tiene la barra dritta le persone si troveranno. Non è tollerabile che il M5s venga infangato perché in una fase delicatissima per il Paese tenta di portare avanti una legislatura". Addirittura, arriva al passo estremo: "Conte candidato premier M5S-Pd alle prossime elezioni? Non so, me lo auguro". E a conferma del nuovo spirito governativo, Dibba alza la posta: "Io ministro? Quando mi hanno detto entri tu ma entra anche la Boschi mi sono fatto da parte. Oggi non chiuderei la porta. Il Movimento sa che io rompo la p***e, non sono incline ai compromessi, farei molte battaglie su conflitti di interesse e nomine e non cambierò".