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DiMartedì, lo scontro tra Carlo Cottarelli e Salvini: più di un indizio, l'antipasto del nuovo premier?
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Dove c'è crisi di governo c'è Carlo Cottarelli. Intervistato da Giovanni Floris a DiMartedì su La7, il professore che dirige l'Osservatorio dei conti pubblici italiani all'Università Cattolica ci scherza su: "Si parlava di me prima del Conte uno, prima del Conte due e se ne parla anche ora, vediamo cosa succede". Il suo nome è dato tra i favoriti per diventare premier se Giuseppe Conte fallisse il terzo tentativo. Cottarelli, così come il presidente delal Corte Costituzionale Marta Cartabia o l'attuale ministra degli Interni Luciana Lamorgese, potrebbe raccogliere una maggioranza più ampia, magari arrivando anche al centro e a Forza Italia, in uno scenario di governo di "salvezza nazionale", come lo definiscono nel Pd. E non a caso le parole di Cottarelli in studio sono molto prudenti e paludate: "Una crisi strana e inaspettata, c'erano state delle richieste di Italia Viva in parte accettate, poi Conte si era irrigidito. La cosa più sensata è mantenere più o meno la stessa maggioranza". C'è chi lo aspetta col trolley al Quirinale: "Sicuramente non mi vedrete arrivare con quel trolley perché si è rotto, la storia non si ripete. Telefonate? Ne ricevo tante, ma solo da giornalisti".
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Si parla poi di economia, e Cottarelli parla chiaro, in questo caso sì "da premier". "Un disastro, tra l'anno scorso e quest'anno perderemo circa 300 miliardi. Siamo andati un po' meglio del Regno Unito e della Spagna, siamo più o meno come la Francia ma è una corsa dei gamberi. Hanno perso tutti i Paesi tranne la Cina che ha avuto un aumento del Pil anche nel 2020". "I ristori sono una parziale riparazione per quello che è successo, ma ci sono i ritardi della cassa integrazione. Ci sono stati settori che sono andati bene, come quello finanziario, perché i tassi di interesse sono molto bassi".
E il Recovery Plan forse non aiuterà come sperato, perché pesa sempre l'incognita politica. "Questo è un programma che dovrebbe durare sei anni e vincolerà questo governo e il prossimo. In teoria ci dovrebbe essere l'accordo di tutte le forze politiche, invece sono divise. Se questo governo va avanti, probabilmente dopo le elezioni il programma verrà gestito e cambiato dal centrodestra".
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In studio c'è anche Matteo Salvini, leader della Lega, che dice: "Io non prenderei i 2/3 di quei 200 miliardi, perché sono soldi a prestito. Prenderei solo i soldi a fondo perduto". Cottarelli chiarisce subito cosa farebbe da premier: "Rimango stupito, quei prestiti sono erogati a tassi negativi, sui 10 anni prendi a prestito 100 e restituisci 98, sui prestiti soltanto si risparmiano 25 miliardi in 10 anni". Floris lo incalza: "Ma se leggono queste dichiarazioni in Olanda o in Germania cosa pensano di quello che può vincere le elezioni?". Cottarelli è in evidente imbarazzo: "Non vorrei...". Salvato in corner: il conduttore chiede a Massimo Giannini di bastonare Salvini al posto del professore.
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