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Giuseppe Conte, il dubbio che lo assilla: "Io il vero obiettivo?", dubbi sul nome che Renzi farà a Mattarella

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"È il momento della verità. Adesso capiremo se ad aver innescato le dimissioni delle ministre di Italia viva siano state questioni di merito, o se l'obiettivo era un altro". Questo il pensiero del premier Giuseppe Conte che esce dalle stanze di Palazzo Chigi, raccontano alcune fonti di governo. Il sospetto del premier è che la crisi sia stata fatta per farlo fuori e sostituirlo con un altro presidente del Consiglio. I sospetti, su questa sua tesi ovviamente, ricadono su Matteo Renzi, ma anche il Pd e il Movimento 5 Stelle. Perché, si interroga Conte, si fanno i nomi di Franceschini e Guerini come possibili premier? E perché la scelta delle dimissioni è stata praticamente richiesta anche dal M5S? Dubbi che ovviamente si infittiscono dopo le dimissioni. Dubbi che tormentano il presidente del Consiglio.

 

 

Adesso, confida Conte, l'obiettivo della maggioranza giallorossa è allargare la maggioranza per sostenere il terzo governo Conte, senza Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ma con dentro pezzi di centro e forse Forza Italia. I numeri al momento non ci sono. Conte stamattina si dimette sapendo che dovrà trovarsi una maggioranza. Conte spera di farcela e già in mente una squadra di ministri: vuole confermare Gualtieri, Amendola, Speranza, Boccia. Cercherà di lanciare un altro appello europeista "al senso di responsabilità di tutto il Parlamento", per attirare altre forze moderate con un intervento in tv o tramite incontro con i giornalisti.

 

Il premier offre un pacchetto di riforme aperto anche alle opposizioni, insomma è pronto a tutto pur di raccattare voti. Dunque, sul piatto mette: sistema elettorale proporzionale, forma di governo e Recovery plan condiviso, scrive il Corriere della Sera. Obiettivo: 175 senatori con un nuovo gruppo sotto il simbolo del Maie che controbilanci Italia viva. Il premier si arrovella con un interrogativo: "La scommessa vera è se Renzi farà il mio nome, o indicherà al capo dello Stato un altro al posto mio". Non ci resta che attendere.

 

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