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Sergio Mattarella, il confronto "ruvido" con Giuseppe Conte: dieci giorni, altrimenti sarà crisi di governo

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Un incontro che è stato definito "ruvido", quello tra Sergio Mattarella e Giuseppe Conte. I numeri risicatissimi con cui il premier ha ottenuto la maggioranza (o non-minoranza) al Senato e alla Camera non possono che preoccupare il capo dello Stato. Stando a quanto riportato dal Giornale, Mattarella avrebbe espresso giusto una "neutralità istituzionale" e non un consiglio sul da farsi come invece si aspettava Conte. Il pensiero del presidente della Repubblica è il Paese. Un Paese in balia della crisi economica e della pandemia. Per questo - è il suo monito - serve una maggioranza solida e bisogna trovarla in fretta.

 

 

Anche Il Pd sta mettendo il premier alle strette. Secondo il quotidiano di Alessandro Sallusti i dem gli hanno dato altre due settimane al massimo per organizzarsi, dopo di che si passa al piano B. Un ultimatum che preannuncia il seguente iter: dimissioni, consultazioni e nuova maggioranza. Magari un Conte ter. Ovviamente il fu avvocato del popolo alla sola idea è terrorizzato, fiuta una trappola, un cambio di cavallo in corsa. Così va ripetendo a Mattarella di volerci provare. A tutti i costi. Il presidente del Consiglio è addirittura disposto a un mini-rimpasto e ha chiesto al presidente della Repubblica dieci giorni. Richiesta accettata, ma - è l'indiscrezione fatta trapelare dal Foglio - in caso di stallo, le urne sono inevitabili. 

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