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Senato, Monti e Casini votano la fiducia a Giuseppe Conte. Indiscrezioni: il premier sarebbe a quota 160

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Al mercato delle vacche, Giuseppe Conte incassa due sì, scontati: quello di Pier Ferdinando Casini (che però vorrebbe il ritorno di Matteo Renzi e Italia Viva in maggioranza) e quello di Mario Monti, il senatore a vita ed ex premier. Il Loden, in aula, ha affermato: "Annuncio il mio voto di fiducia, non porto voti se non il mio. E il mio è un voto di fiducia, come sempre, libero e condizionato a quelli che saranno i provvedimenti e se corrisponderanno a quelle che sono le mie convinzioni. Se così sarà in futuro, non solo appoggerò ma mi adopererò presso l'opinione pubblica, inclusa quella internazionale, per sostenere ciò che verrà fatto", afferma Monti. Insomma, pronto ad impegnarsi in prima persona.

 

Dunque Casini, il primo senatore ad intervenire in aula dopo le comunicazioni di Conte. Ha confermato il voto di fiducia ma ha chiesto di "recuperare il cammino comune con chi ha fatto prevalere ragioni divisive", ossia di recuperare Matteo Renzi. In aula, applausi per la senatrice a vita Liliana Segre, accolta all'ingresso dall'omaggio dei senatori. La Segre è eccezionalmente ventua in Parlamento, nonostante i rischi-Covid dovuti anche alla sua età, per votare la fiducia. Casini, nel suo intervento, le ha riservato un saluto e un omaggio.

Curiosa la retromarcia di Tommaso Certo del gruppo misto: prima annuncia il "no" alla fiducia, dunque rettifica dopo aver, assicura, ricevuto rassicurazioni da parte del premier sul programma. A favore invece Gregorio De Falco, ex M5s. Voci su tre forzisti indecisi. Ma i boatos riferiscono che il premier sarebbe a quota 160, cifra insperata e che però non corrisponde a maggioranza assoluta, fissata a 161 voti. Le trattative e i mercanteggiamenti, nel frattempo, continuano. L'esito del voto è atteso per le 20.30 di questa sera. Dubbi invece da parte di Riccardo Nencini, socialista e membro del gruppo Italia Viva-Psi: "La crisi di gpverno è un azzardo che non ho condiviso", ha premesso. Però, ha aggiunto: "Noi socialisti valuteremo a tempo il suo proposito, tenendo conto che in questi mesi abbiamo sostenuto il governo da apolidi". No alla fiducia anche da parte di Emma Bonino e +Europa: "Ci serve in questi tempi un governo forte e responsabile, il suo non lo era prima e a maggior ragione non lo sarà domani", ha tagliato corto.

 

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