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Lega, minacce e insulti all'assessore della Regione Marche Giorgia Latini: "Andiamo a bruciarle casa"

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Pioggia di insulti contro la leghista. Succede a Macerata dove gli odiatori si sono accaniti contro Giorgia Latini, fino a pochi mesi fa deputata della Lega e ora assessora alla Cultura, all'Istruzione e alle Pari opportunità della Regione Marche. Molti i cartelli comparsi durante le manifestazioni della rete per la difesa del diritto all'aborto. Tra questi - come rivela il Corriere - una minaccia: "La storia ce lo insegna: andiamo a bruciargli la casa". Ma non è tutto, perché in un altro veniva invece usato l'hashtag "questa è guerra". La Latini però non cede: "Non presenterò alcuna denuncia - fa sapere -, ma di sicuro non ho intenzione di lasciarmi intimidire da minacce e insulti, quelle scritte si commentano da sole".

 

 

Motivo dell'odio rivolto contro l'esponente del Carroccio, la contrarietà espressa da alcuni esponenti del nuovo governo regionale di centrodestra guidato dal presidente Francesco Acquaroli e, in particolare, dall'assessora Latini sulle linee guida ministeriali in merito alla somministrazione della Ru486, la pillola abortiva. "Non ho mai detto - precisa però la Latini - di non voler rispettare la legge sull'aborto. I messaggi positivi purtroppo vengono strumentalizzati in negativo da una certa politica. Come ho scritto sul mio profilo, sono convinta che ognuno sia libero di scegliere secondo coscienza, ma quando la scelta di abortire è condizionata da mancato sostegno psicologico e da problemi economici, le istituzioni e la società non possono abbandonare la donna in difficoltà e devono fare di tutto per sostenere la maternità e la vita tutelando la salute della donna". Insomma, l'ennesima dichiarazione manipolata.

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