Giuseppe Conte, il retroscena: "Perché sta ancora rinviando il consiglio dei ministri sul Recovery Plan"
Prima, Giuseppe Conte vuole avere la certezza che Teresa Bellanova ed Elena Bonetti non si dimetteranno, innescando così la crisi di governo. Solo allora il premier convocherà il consiglio dei ministri sul Recovery Plan. Come dire: gli interessi nazionali (perché per ottenere i soldi dei fondi europei occorre presentare, presto, il piano di investimenti a Bruxelles) vengono dopo quelli della sopravvivenza del governo. Ormai la tenuta della maggioranza appare compromessa, Matteo Renzi e Italia Viva potrebbero anche accontentarsi, per ora, di altre poltrone (leggi rimpasto) e marce indietro su punti programmatici importanti, a partire dai decreti sicurezza, ma nessuno più scommette sulla lunga vita dell'esecutivo.
"Non hanno neanche convocato il Cdm". Voci impazzite: il segnale della crisi imminente?
Anche se in fondo, nota Francesco Storace sul Tempo, su un punto Conte e Renzi potrebbero trovare un terreno comune: arrivare insieme al semestre bianco, tra 6 mesi, quando a quel punto sarà impossibile sciogliere le camere e virtualmente la strada della legislatura sarà già indirizzata al 2023, la sua scadenza naturale. Interesse di tutti i parlamentari, o quasi. Conte avrebbe ottenuto una sorta di assicurazione sulla vita. Dal canto suo, il leader di IV potrebbe a quel punto essere libero di "prendere per il collo" la maggioranza, debolissima, e ottenere molto più di quanto otterrebbe ora, visto che lo spauracchio del ritorno immediato alle urne e il 3% scarso del suo partito non lo autorizzerebbe fino in fondo a fare la grossa, per davvero.