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Giuseppe Conte, "non ne esco vivo". La tragica confessione rubata al premier: siamo ai titoli di coda

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"Deve dimettersi". Matteo Renzi tira dritto versione bulldozer e mette Giuseppe Conte spalle al muro: solo il passo indietro del premier potrebbe aprire la strada (forse) a un Conte Ter con rimpasto sostanzioso e nuovi equilibri nella maggioranza. Una "crisi pilotata" guardata con sospetto da Palazzo Chigi ma pura dal Pd, che conosce bene di che pasta è fatto Renzi e non si fida delle eventuali rassicurazioni post voto di sfiducia. Perché le crisi, una volta aperte, possono sempre sfuggire ai loro protagonisti con esiti disastrosi, visti dal Nazareno, come il possibile allargamento al centrodestra. E se voci dal Quirinale già definiscono il presidente Sergio Mattarella "irritato" e "preoccupato" per la brutta piega che sta prendendo la situazione, i retroscena su Conte sono ancora più pesanti.

 

 

 

Secondo il Messaggero, il premier è "disposto a cedere praticamente su tutto (dal menù del Recovery Plan alla fondazione sulla cybersecurity, dalla delega ai Servizi fino a dire sì a un corposo rimpasto)". In cambio, però, non vuole rischiare il voto in aula perché Renzi "è imprevedibile - sarebbe lo sfogo dell'avvocato coi suoi uomini più fidati -, chi mi dice che una volta dimesso quello mi darà la fiducia? Se si apre la crisi non ne esco vivo". Visti i precedenti (da Matteo Salvini nell'estate 2019 a Enrico Letta nell'ormai lontano 2014, Conte tutti i torti non ce li ha. 

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