Paola De Micheli "processata". Cdm nel cuore della notte e caos scuola: la ministra Pd nella bufera
Le scuole riapriranno l'11 gennaio e non più il 7, come previsto fino a poche ore fa. Questa la decisione di un infuocato Consiglio dei ministri andato in scena fino a tarda notte. Ma la situazione nel governo è di caos totale. Secondo indiscrezioni da Palazzo Chigi, il Pd è partito all'assalto della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, grillina e tra le poche ormai a difendere la riapertura degli istituti scolastici senza se e senza ma. Il collega della Cultura Dario Franceschini ha infatti proposto di tenere chiuse le scuole fino al 15 gennaio. Inaccettabile, per il M5s, e così si è arrivati alla mediazione-farsa dell'11 gennaio, sempre che nel frattempo non intervengano drammatiche accelerazioni nei bollettini Covid. "I contagi non sono imputabili alla scuola, non è quella la fonte dei focolai - avrebbe ribattuto la Azzolina, secondo l'agenzia Adnkronos - i nostri ragazzi hanno pagato sin troppo, basta chiedere loro sacrifici". E Teresa Bellanova di Italia Viva, una delle ministre renziane date in proncinto di dimettersi, ha incalzato gli alleati: "Al 4 gennaio non sapere ancora se i ragazzi rientreranno a scuola è davvero inaccettabile".
Ma la vera vittima sacrificale della nottata sarebbe stata Paola De Micheli, ministra Pd dei Trasporti. Il tema, come noto, è strettamente connesso alla questione scuola eppure la ministra dem ha fatto spallucce, spiegando ai colleghi esterrefatti di aver approntato un modello organizzativo "scollegato" dalla dimensione sanitaria, perché è "impossibile sapere come il virus si diffonde su pullman e bus", questo il succo del suo ragionamento secondo le indiscrezioni di Adnkronos. E qui sarebbe montata la polemica, violentissima, con Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia di M5s, in un clima di tutti contro tutti da fine impero.