Matteo Renzi, il piano-Ciao: ultimatum di fine anno a Giuseppe Conte, "pronti a lasciare il governo"
"Avrò anche un partito che vale il 2%, come dicono loro, ma intanto sui contenuti li ho inchiodati". Matteo Renzi ha lanciato l'ultimatum di fine anno a Giuseppe Conte. Una conferenza stampa in Senato (non mancano le amate slide) per ribadire al presidente del Consiglio che il piano elaborato dal Governo per il Recovery altro non è che "un collage talvolta raffazzonato" di pezzi di diversi ministeri, "senza anima e senza ambizione".
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Il senatore di Firenze ha lavorato nei giorni scorsi alla sua personale controproposta, contattando quelli che definisce i migliori in fatto di progettazione europea. "Il piano deve cambiare, non ci sono scuse. Io ho fatto il presidente del Consiglio: so come si fa e come ragionano Merkel o Von der Leyen". Lo slogan scelto è tutto un programma: cultura, infrastrutture, ambiente e opportunità vanno a comporre l'anagramma 'Ciao'. "Ciao Conte", ironizzano i più. "Ciao ciao elezioni", pronostica qualcun altro. Renzi confida che la scelta è rimasta in bilico sino all'ultimo, con l'acronimo Goal (Giovani, opportunità, ambiente, lavoro). "Goal piaceva a tutti, Ciao solo a me. Ma ho fatto una scissione per avere un partito non democratico in cui poter scegliere almeno una sigla", scherza.
Per l'ex premier, comunque, il chiarimento sul Recovery, così come sulle dinamiche interne al Governo va accelerato, "non si può tirare troppo per le lunghe, è una questione da risolvere in qualche settimana". Sul tavolo mette le priorità di sempre. Alla cultura, nel piano renziano, vanno i 9 miliardi liberati dall'utilizzo del Mes per la sanità, dando ampio margine di manovra ai sindaci per progetti infrastrutturali che riqualifichino le periferie. E poi Alta velocità ("nel silenzio l'unico vero attacco al governo lo ha fatto quella forza politica che non ha voluto votare il parere sulla Tav, e si chiama M5S non Iv"), giovani e diritti. Sì, ad esempio, allo Ius culturae entro fine legislatura, concedendo la cittadinanza a chi si laurea in Italia. Nessun passo indietro, poi, su intelligence e servizi segreti: Non vogliamo scherzi: Conte affidi la delega a una persona terza, questa sua resistenza è francamente incomprensibile", attacca.
Le 'condizioni', quindi, sono chiare. Mercoledì le ministre Iv Teresa Bellanova e Elena Bonetti, insieme ai capigruppo Maria Elena Boschi e Davide Faraone incontreranno Roberto Gualtieri per sottoporre al ministro dell'Economia i 61 punti "critici" individuati da Iv e le proposte alternative. "Se c'è accordo bene, si va avanti. E noi speriamo che questo accordo ci sia. Se non c'è accordo - dice lapidario Renzi - è evidente che faranno senza di noi e le ministre si dimetteranno. Noi non siamo alla ricerca di poltrone, siamo a caccia di idee". Quanto ai tempi, il leader Iv è convinto che adesso la palla sia in mano a Conte. Difficile, secondo lui, si arrivi a bollinare il piano del Recovery in Consiglio dei ministri prima di gennaio. Se ci sono le condizioni per andare avanti? "Ce lo dirà il presidente del Consiglio, immagino prima della ripresa". Molto, l'ex premier lo sa, dipenderà da quello che decideranno di fare Pd e M5S. E' soprattutto ai Dem che l'ex segretario guarda, avendo punzecchiato per bene i pentastellati su Mes, Tav e giustizialismo. "Zingaretti deve scegliere, davvero sceglie loro? Io - confida - mi sto divertendo molto".