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Ruben Razzante contro il governo: "Insistono sui morti? Ecco ciò di cui non parlano". Operazione-terrore, la bomba del professore contro il governo?

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"Per quanto tempo il governo abuserà della pazienza degli italiani?". Ruben Razzante boccia la gestione della seconda ondata da parte del governo. Docente di Diritto dell'informazione alla Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma, spiega che ora "serve un'operazione verità, con tutti i ministri, in una conferenza stampa con domande vere. Nella prima ondata l'informazione di qualità ha avuto un ruolo decisivo ma da settembre i media hanno cavalcato l'allarmismo in modo acritico. Dov'è il giornalismo d'inchiesta? Solo sulla Lombardia? Non so se Fontana ha sbagliato, ma anziché accanirci su presunte responsabilità avrei preferito che i giornali facessero inchieste sui medici che curano a casa, sull'efficacia acclarata di alcuni farmaci anti Covid, sulla questione degli anticorpi monoclonali...", precisa.

 

 

 

 

 

Razzante ce l'ha col governo: "È mancato il necessario spirito critico, non sono state evidenziate le storture palesi, e l'opinione pubblica è rimasta disorientata. E poi, ripeto, da settembre è cambiata la narrazione. E l'ultimo Dpcm è stato l'apoteosi del fallimento della comunicazione". Per il professore le colpe dell'esecutivo, inevitabilmente, ricadono su di noi. "Purtroppo però a pagare sono i cittadini, che hanno visto vanificati lo sforzo di privarsi della libertà. Il governo e le Regioni hanno avuto mesi interi per adeguare i trasporti e gli orari di accesso alle scuole, ai negozi e agli uffici. La chiusura è stata la più facile delle scorciatoie, quando forse bastavano lockdown mirati, oggi come a marzo".

Trova i punti critici della gestione dell'emergenza coronavirus: "Perché insistere sulla contabilità quotidiana dei morti senza parlare mai dei guariti o del 96% di asintomatici? Si è rotto il patto tra cittadini e istituzioni, perché la gente è esasperata dall'eccessivo paternalismo per cui se va bene è modello italiano, se va male è colpa nostra. Ma dai...".  Critiche anche al Cts: "Io i loro verbali li ho letti, anche a distanza di settimane. Ed è sbagliato pubblicarli con un mese e mezzo di ritardo, perché sappiamo che la situazione sanitaria cambiava ogni giorno. Ma le decisioni vanno ancorate a rilievi scientifici precisi. E non c'era scritto di chiudere i ristoranti". Continui cambi di rotta della maggioranza: "Prendiamo i messaggi dell'esecutivo da settembre a oggi e mettiamoli in fila: un elenco inarrivabile di contraddizioni e promesse non mantenute, tipo Salviamo il Natale. È mancanza di rispetto", conclude il professore

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