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Gregoretti, Matteo Salvini: "Toninelli ricorda almeno dove abita?". E su Conte: "Trasforma Palazzo Chigi in tribunale"

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Al termine dell'udienza preliminare al tribunale di Catania per il caso Gregoretti, in cui è imputato per sequestro di persona, Matteo Salvini prende parola in conferenza stampa, al suo fianco l'avvocato Giulia Bongiorno. E il leghista esordisce rivelando che "il 28 gennaio Palazzo Chigi si trasformerà in tribunale. Conte ha chiesto di trasferire Catania da lui. I saloni di Palazzo Chigi si trasformeranno in tribunale". Insomma, Giuseppe Conte, come è noto, verrà interrogato. Ma ha chiesto di farlo direttamente da Palazzo Chigi.

 

Dunque, Salvini picchia durissimo contro Danilo Toninelli, il grillino interrogato in aula e che si è trincerato dietro una infinita sequela di "non ricordo", anche quando gli sono stati presentati documenti che recavano la sua firma: "Toninelli non si ricordava niente, spero che si ricordi dove abita altrimenti non può tornare a casa. Toninelli con me votava i divieti di sbarco. Ognuno ha una concezione della coerenza e della dignità personale". E ancora: "Non commento le sue dichiarazioni, ricordo che con con me firmava divieti sbarco, approvava i decreti sicurezza. Ma ora si è dimenticato cosa faceva". Dunque, il confronto con Elisabetta Trenta, anche lei interrogata: "Trenta non era un ministro politico, ha risposto con tranquillità e serenità in base a quello che competeva. Toninelli è stato lì due ore a ripetere non so o non c'era. Non giudico, magari ha ragione lui, ma io mi prendo la responsabilità e la rivendico ogni volta che faccio qualcosa".

 

Il leghista ha poi aggiunto: "Io rivendico con orgoglio quello che abbiamo fatto con i colleghi. Per me la coerenza e la dignità sono dei valori. Io mi assumo, insieme ai colleghi che lavoravano con me, il successo delle politiche di contrasto all'immigrazione clandestino". E ancora: "Mai combatterò un avversario politico in un'aula di tribunale, si combattono con le idee. Mi spiace per la quantità di tempo e denaro che gli italiani stanno spendendo, perché qualcuno in Parlamento ha deciso di fare un processo politico", ha concluso Salvini. Parole pesantissime: "Un processo politico". E in effetti, ci sono ben pochi dubbi al riguardo.

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