M5s, la guerra interna diventa una faida legale: "Minaccia incrociata di sanzioni"
Il clima interno al Movimento 5 Stelle è infernale. Il voto del 9 dicembre sul Mes mette a repentaglio il governo e, soprattutto, la tenuta grillina. La forza politica fondata da Beppe Grillo si trova spaccata: da una parte chi, come Luigi Di Maio, le tenta tutte pur di tenere in piedi il governo, dall'altra chi come Alessandro Di Battista non ha alcuna intenzione di concedere il via libera al Meccanismo europeo di stabilità. In mezzo quei grillini come Barbara Lezzi che invocano la votazione su Rousseau. Una votazione il cui esito sarebbe scontato, visto e considerato che il M5s ha sempre odiato il Mes.
La rivolta grillina arriva fin dentro il governo. Lui? Il sottosegretario che può far cadere Conte
I continui screzi non fanno altro che peggiorare la situazione. Secondo il Corriere la guerra pentastellata potrebbe diventare legale. Si sarebbe giunti addirittura alla minaccia incrociata di sanzioni. I governisti, in caso di no, potrebbero chiedere sanzioni per il mancato rispetto della linea del gruppo. Allo stesso tempo anche i ribelli potrebbero appellarsi al mancato rispetto del programma M5S. E così la faida potrebbe spostarsi sul capo politico (che detiene il simbolo). I contendenti potrebbero dichiarare decaduto Vito Crimi - il suo mandato scadeva da statuto a fine febbraio - con conseguenze da showdown.