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Coronavirus e Dpcm, il governo contro le Regioni: "Con 993 morti impensabile allentare le misure"

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Usare  i morti di oggi (993), che sono conseguenza dei contagi di due settimane fa, per giustificare una misura (il blocco totale durante i giorni delle feste) che entrerà in vigore il 20 dicembre sembra quasi una strumentalizzazione da parte del governo. Questo è quello che si intuisce dopo che il premier Conte ha respinto le critiche dei governatori sulla bozza dell’ultimo dpcm. La Conferenza delle Regioni, infatti, ha detto no alla limitazione degli spostamenti dal 21 dicembre al 6 gennaio approvata la scorsa notte dal Consiglio dei ministri. Conte così ha convocato in videoconferenza tutti i presidenti e con ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza ha confermato la stretta.

 

 

 

Lo stesso Boccia usa proprio il dato dei decessi di oggi per stoppare ogni velleità di riapertura. “Con 993 morti in un giorno è impensabile immaginare un allentamento delle misure”, dice il titolare del dicastero degli Affari regionali. Non facendo notare proprio che i contagi che vengono riportati oggi sono riportabili a due settimane. Anche nella stessa maggioranza di Conte c'è chi non è d'accordo: 25 senatori Pd su un totale di 35 hanno espresso malumore per lo stop allo spostamento tra comuni nei superfestivi.  Contraria anche Italia Viva in Consiglio dei ministri, che però poi essendo in minoranza ha dovuto capitolare.

 

 

 

 

 

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