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Mes, Romano Prodi su Silvio BerlusconI: "Un gioco politico che non capisco. Il fondo salva-Stati va preso comunque"

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Romano Prodi torna a parlare di politica e lo fa su tanti temi. Il primo affrontato è quello economico. L'ex premier spiega che i partiti non devono sprecare la possibilità che si crea per l'Italia con il Recovery fund. Un piano - secondo Prodi - per che aiuterebbe l'Italia in difficoltà causa Covid. Ovviamente si parla anche di Mes e della giravolta di Silvio Berlusconi che ha annunciato il voto contrario di Forza Italia. "Mi sembrano giochi politici e non li capisco. Il Mes per la sanità va preso, con o senza riforma", spiega in una intervista a Repubblica. Prodi parla anche del probabile rimpasto di governo. "Con i rimpasti si sa come si comincia, ma non si sa come si finisce. E se non viene presentata un'alternativa di governo, lo si sa ancora meno. Un tempo i rimpasti si facevano perché un partito o una grande corrente (i dorotei, i fanfaniani ) mettevano in discussione la linea di governo. Oppure perché un ministro finiva sotto accusa. Oggi sinceramente, non vedo chiare proposte alternative. Chi vuole il rimpasto? Qual è la linea? In realtà, dai partiti sento solo dei borbottii. Attenti però che i borbottii non diventino una voce forte e poi un urlo che può trasformarsi in agonia", avverte l'ex presidente della commissione europea.

 

 

Prodi tempo fa ha segnalato la lentezza del governo nel prendere le decisioni, stavolta sferza maggioranza e opposizione a fare le cose per bene perché, "il Paese non può permettersi una crisi di governo oggi. Le forze politiche aiutino il governo, o lo incalzino. In un momento complesso come questo i partiti, se non hanno una linea comprensibile, capita dal Paese fanno danno solo a se stessi. Sul Recovery Fund bisogna evitare che ogni Regione e ogni ministro presenti la propria autostrada, il proprio acquario o la propria fiera. Servono invece pochi grandi progetti con un'unica strategia. Una strategia per l'ambiente, la digitalizzazione, le infrastrutture e l'ammodernamento delle strutture produttive. Progetti concreti, però, non capitoli di spesa". Prodi entra anche nella polemica, tutta interna alla maggioranza, su chi dovrebbe gestire il tutto. "La decisione finale per il Next Generation Ue debba essere in capo al premier affiancato dai ministri economici Gualtieri e Patuanelli, con Amendola a fare da tramite e collegamento con Bruxelles. Certo, dovranno servirsi di un gruppo di persone di alta competenza che affianchi il lavoro del Cipe e delle diverse burocrazie, operando naturalmente in rapporto con le Regioni e i sindacati. Ma la decisione finale non può che essere al massimo livello politico", conclude Prodi. 

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