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Dpcm Natale, fonti di governo sulla riunione di maggioranza con Speranza: "Si sentivano urla e grida da fuori"

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Ancora nessun accordo nel governo sul nuovo dpcm con le misure da prendere per le vacanze natalizie. Nella riunione tra i ministri Roberto Speranza e Federico D'Incà con i capigruppo di maggioranza al Senato si è aperta di nuovo una profonda, quasi insanabile, spaccatura tra rigoristi e aperturisti. Il governo sembra orientato verso la linea dura, mentre ieri - primo dicembre - la linea mostrata dal premier Giuseppe Conte al tavolo con i presidenti dei gruppi era decisamente più morbida. "C'è stato un irrigidimento forte, rispetto alle aperture di ieri si sono trovati davanti un muro e questo ha provocato malumori", hanno riferito fonti parlamentari all'Adnkronos. La riunione con il ministro della Salute era tesa al punto che "si sentivano urla e grida da fuori...". In particolare, di fronte all'irrigidimento del governo, si sarebbe scatenato il malumore sia di Italia Viva, che continua a chiedere l'apertura di alberghi e ristoranti a pranzo a Natale e Santo Stefano, sia di una parte dei dem del Senato.

Nessun passo avanti, quindi. Speranza avrebbe detto che si farà carico delle richieste avanzate dai capigruppo ma ha anche ribadito la sua convinzione: restrizioni necessarie a Natale per evitare la terza ondata a gennaio e arrivare al vaccino in una situazione favorevole. Il tumulto nella maggioranza si è manifestato anche questa mattina, nella stesura della risoluzione sulle comunicazioni di Speranza in Aula. Non ci sarebbe stato tempo di scrivere una mozione più articolata perché non c’era accordo su moltissime cose. Quindi alla fine la risoluzione è stata firmata dai capigruppo della commissione sanità, non dai capigruppo politici.

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