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Carlo Calenda, la figlia pestata in piazza a Parigi: "Daje, figlia mia", un caso internazionale

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La mela non cade mai lontano dall'albero. La figlia di Carlo Calenda, Tay, dimostra di essere rivoluzionaria proprio come il padre nei tempi della gioventù. Fu proprio il leader di Azione, infatti, a raccontare del suo desiderio di ribellione in passato, poi venuto meno con la nascita della sua prima figlia a 16 anni: "Da quel momento ho smesso di fare cazzate". Adesso, però, è Tay che scende in piazza e non senza farsi male. Fotoreporter professionista di 31 anni, è stata coinvolta in un pestaggio da parte della polizia a Parigi, durante la manifestazione di protesta contro la legge sulla sicurezza, ed è finita con uno zigomo gonfio e parte della faccia tumefatta. Papà Carlo, comunque, sembra averla presa bene: "Mannaggia alla miseria! Tay! I figli manifestanti! Per fortuna è tosta come l’acciaio. Daje figlia mia", ha scritto su Twitter. E poi rispondendo a chi si è congratulato con Tay, l'ex ministro ha detto: "Fotografava una manifestazione di protesta contro il pestaggio da parte di due agenti di un produttore musicale e una legge che vuole impedire la possibilità di fotografare poliziotti. Fiero di lei". In Francia, infatti, vige il divieto di fotografare le manifestazioni. Per non parlare dei pestaggi. 

 

 

 

Calenda, quindi, si è detto orgoglioso dell'atto di ribellione di Tay, probabilmente riconoscendone anche l'impronta genetica. Come riporta il Giorno, in passato ci sono stati, invece, degli episodi in cui i "figli di" non hanno reso fieri i genitori, ma li hanno lasciati in un certo imbarazzo. Basti pensare a  Stefano Tria, figlio del ministro dell’Economia Giovanni Tria al tempo del Conte 1. Il giovane fu ingaggiato dall’Ong Mediterranea, come vice skipper. Oppure la figlia di Pier Carlo Padoan, Veronica, che venne trovata accampata nella tendopoli di San Ferdinando in Calabria per difendere i diritti dei migranti contro il caporalato. O ancora il figlio di Roberto Maroni, Fabrizio, che all'età di 20 anni, per lanciarsi nel mondo della politica, scelse di candidarsi al consiglio comunale di Lozza, in provincia di Varese, ma in una lista civica di centrosinistra.

 

 

 

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