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Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano, il retroscena sull'attacco del Pd al Quirinale: "La solita cag***"

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L'apertura di Nicola Zingaretti a Forza Italia ha fatto pensare a un aiutino. Anche il Pd sembra essere ormai convinto che da solo, con il Movimento 5 Stelle, non va da nessuna parte. I numeri in Senato sono striminziti e modificare con un emendamento il decreto Covid anti-scalata di Vivendi non è stato altro che un chiaro messaggio indirizzato a Silvio Berlusconi. A giorni infatti l'esecutivo dovrà fare i conti con la legge di Bilancio e senza un intervento azzurro, sarà molto diffiicile farla passare. Eppure una cosa non si può risolvere: il caos che vige ai vertici del governo. Non a caso in Calabria si sono susseguiti ben tre commissari alla Sanità, decretando l'ennesimo flop del ministro Roberto Speranza.

Nonostante questo però il governo di unità nazionale invocato da alcuni sembra impossibile e improbabile. "Certe cose - riflette il piddino Matteo Orfini in un retroscena di Augusto Minzolini - si fanno e basta. Legandole all'enfasi del momento. Invece qui si parla e basta. E i partiti dimostrano di non avere il fisico per fare nessun tipo di unità nazionale. In più i Cinque stelle non la vogliono, come pure Giuseppe Conte. Il rischio è che il risultato sia una ca**a. Eppoi che fa il Quirinale? Giorgio Napolitano disse che c'era bisogno di un governo per le riforme e si fece. Sergio Mattarella...".

 

 

 

 

Ma il dem non fa in tempo a proseguire che Fausto Raciti, stando a quanto riportato sul Giornale, lo blocca: "Mattarella non si tocca, siamo tutti corazzieri!". Già, quel Mattarella che pure ieri diceva: "Il virus tende a dividerci. Affrontiamo insieme questo nemico insidioso". Ancora parole per Minzolini, nulla di più.

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