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Dpcm, la lettera delle Regioni per ridurre i parametri da 21 a 5: il governo alza un muro, altro scontro sulle zone rosse

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Nuova diatriba tra il governo e le Regioni, con quest’ultime che hanno inviato una lettera per chiedere la modifica dei parametri utilizzati per decidere come collocare i vari terrori nelle tre fasce di rischio. In particolare la richiesta dei governatori è di ridurre gli indicatori da 21 a 5, ma la richiesta è già stata rispedita al mittente dal ministro Roberto Speranza: “Il dialogo con le Regioni è sempre aperto, ma sono i 21 parametri a indicare l’indice di rischio, insieme all’Rt, e a determinare quali misure attuare sui territori”. Un modo educato per dire “scordatevi quello che chiedete”. E quindi continua a tenere banco lo scontro sulle fasce di rischio, che è iniziato fin dal 4 novembre, ovvero quando è stato firmato il Dpcm che stabilisce che le Regioni possono essere inserite in zona gialla, arancione o rossa in base a 21 parametri tenuti costantemente sotto controllo dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità. Ma quali erano le richieste dei governatori? Le ha riassunte bene Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento: “Abbiamo chiesto di valutare la percentuale di tamponi positivi su quelli eseguiti, l’indice Rt, il tasso di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive, il tasso di occupazione dei posti ospedalizzati e la capacità di fare contact tracing”. Il governo non ha però alcuna intenzione di accettare la modifica dei parametri, ritenendo il proprio metodo il migliore per valutare l’evoluzione della pandemia. 

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