Giorgio Gori su Rocco Casalino: "Non lo ho creato io. Ma quella lettera su Babbo Natale..."
Giorgio Gori si dissocia: "Io ho creato Rocco Casalino? La mia responsabilità si è fermata al Grande Fratello", replica ironico a Gaia Tortora l'allora direttore di Canale 5, nonché ad oggi sindaco di Bergamo. Il primo cittadino del Pd, in collegamento con Omnibus su La7, ha anche riserbato una frecciatina a Giuseppe Conte. L'oggetto? La lettera inviata al premier da un bambino di cinque anni, la stessa che ha scatenato i social. "La missiva non sembrava proprio scritta da un bambino di 5 anni" ha liquidato la questione lanciando il sasso ma nascondendo la mano.
Avvocato? No, "travet di Stato". Conte senza vacanze e quella lettera (imbarazzante)
Gori ha infatti fatto intendere che dietro la richiesta del piccolo Tommaso (questo il suo nome) ci sia un adulto. O peggio ancora, come invece diffuso in Rete, che dietro al bambino ci sia la mano di Casalino. Nella lettera infatti Tommaso sembra conoscere un po' troppo bene sia le dinamiche dell'emergenza coronavirus che l'italiano corretto. Il piccolo chiede al pemier di salvare le feste, permettendo a Babbo Natale di violare il lockdown, facendo "una autocertificazone speciale per consentirgli di consegnare i doni a tutti i bambini del mondo". Non solo, perché Tommaso non dimentica di dare al presidente del Consiglio del lei e utilizzare la lettera maiuscola per il pronome. Insomma, forse è un po' troppo per bambino di cinque anni. L'ha pensato anche il giornalista Giorgio La Porta che ha commentato così: "Vabbé, chi di voi a 5 anni non aveva l'indirizzo del presidente del Consiglio e non sapeva mandare una Pec? Secondo me, dietro la lettera di Tommaso Z. a Babbo Natale c'è Rocco e lo staff di comunicazione". Dubbi più che legittimi.