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Sardegna, discoteche aperte: blitz della polizia in regione. Guido Solinas attacca: "Riaperture? Convinto dai progressisti"

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"Si è messa in moto la macchina del fango per colpire una regione che è più sana di altre. La Sardegna è stata contagiata da chi è approdato quest' estate nell'isola, non per colpa di qualche discoteca aperta". Questa la versione Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna e del Partito sardo d'Azione alleato con la Lega, dopo il blitz di ieri della polizia nella sede della Regione per acquisire documenti e ordinanze regionali per l'inchiesta della Procura sul caso discoteche. Solinas ha riaperto le discoteche l'11 agosto, con il parere contrario del Cts. "Il tasso di contagio era prossimo allo zero. L'Rt l'11 agosto, giorno della mia ordinanza, era allo 0,33 e quello relativo alla circolazione del virus risultava il più basso d'Italia. E poi ad avermi convinto più di altri è stato l'intervento di Massimo Zedda dei Progressisti con cui si paventava il rischio di ordine pubblico, oltre che sanitario, per via delle tante feste private e fuori controllo, degli assembramenti in spiaggia e piazze che si sarebbero tenuti nel nostro territorio a ridosso di Ferragosto in caso di mancata riapertura dei locali", spiega in una intervista a Repubblica.

 

Solinas inoltre smentisce chi parla di pressioni per convincerlo a riaprire o di telefonate da parte di Briatore e Berlusconi. "Ma no. Nessuna telefonata o pressione. Ridicolo che venga montato questo circo per la riapertura delle discoteche dal 12 agosto al 16, cinque giorni. Resto convinto che il contagio cammina sulle gambe delle persone positive. Non danza in discoteca. Mi sembra ridicolo sentir parlare di un caso discoteche in Sardegna mentre erano aperte in numero maggiore in altre regioni. La nostra situazione di oggi conferma che non abbiamo esportato il contagio", conclude Solinas

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