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Giorgia Meloni e le parole di Macron passate inosservate: "Sovranismo sempre più vivo, la sinistra vicina a noi"

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Giorgia Meloni come l'alleato Giancarlo Giorgetti. Anche per la leader di Fratelli d'Italia la sconfitta di Donald Trump alle presidenziali negli Stati Uniti è da imputare solo al coronavirus. Per questo la Meloni sbugiarda tutti coloro che credono alla morte del sovranismo: "Consiglierei di aspettare a darci per morti - replica agguerrita su La Stampa -. Siamo vivi e vegeti". Non solo, perché degli analisti - per la numero uno di FdI - bisogna diffidare. "Se si fosse votato a febbraio, senza Covid, Trump avrebbe sicuramente vinto". Poi ancora nulla è ufficiale: i numeri danno Joe Biden in vantaggio, ma il conteggio non è finito.

"Aggiungo - prosegue - anche di un'America dove la violenza della campagna elettorale ci dovrebbe far interrogare. Io ho una mia lettura, che capisco sia di parte: c'è una sinistra americana, ma vale anche per l'altra sponda dell'Atlantico, che ormai non ha molti argomenti validi, e lavora solo per demolire l'avversario. Trump è stato dipinto come il mostro da abbattere a ogni costo. Solo che così facendo, alla fine diventano mostri anche i suoi elettori". Non a caso il ceto medio impoverito ha scelto il presidente uscente.

 

 

Motivo, questo, per cui il sovranismo e i "nostri temi sono sempre più vivi. Le nostre tesi, vincenti. È la sinistra, che ha sposato le politiche della globalizzazione, del mondialismo, della finanza, dell'immigrazione, delle frontiere aperte, a non rendersi conto dei problemi della gente. Ma devo dire che persino loro, pian piano, si stanno avvicinando a noi". Un esempio? Emmanuel Macron a sostegno della necessità di autosufficienza produttiva francese ed europea delle filiere strategiche. Infine il pensiero va al nuovo assetto e i nuovi rapporti con Washington e Bruxelles. "Premesso - conclude - che mi sento disallineata da sempre, che cosa vuole dire essere allineati? Quando sono state stabilite le quote del Recovery Fund, ci è stato detto che avevamo ottenuto molto grazie alla credibilità in Europa del governo Conte bis. Ora, a parte che è un'idiozia, perché i criteri sono ancorati a parametri oggettivi, tipo il reddito pro capite, tasso di disoccupazione o il calo del Pil, e semmai l'unico merito della sinistra è di aver devastato negli ultimi dieci anni l'economia italiana, ma poniamo per un attimo che questo sia vero: è normale che l'Europa ci dia i soldi solo se c'è un governo gradito?". Pare proprio di sì.

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