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Dpcm, Alberto Cirio contesta Piemonte in zona rossa: "Non ho dormito la notte per rileggere i dati", qualcosa non torna

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Non è stata una notte facile per Alberto Cirio, preoccupato per il suo Piemonte in zona rossa. "Vi confesso che non ho dormito. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili", scrive il governatore su Facebook, riferendosi implicitamente alla Campania che invece è finita nella fascia gialla (quella con meno restrizioni). Il presidente, così come il collega della Lombardia Attilio Fontana, contesta i criteri utilizzati: "Sono state fatte scelte importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni", continua Cirio, che non capisce neanche perché "il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione". Il governatore si riferisce in questo caso alle misure restrittive che il territorio aveva già messo in atto per contrastare la diffusione del coronavirus, come il coprifuoco, la didattica a distanza per le superiori e la capienza al 50 per cento dei mezzi pubblici.

 

 

 

Il presidente del Piemonte non si spiega, quindi, perché "per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso". E ancora: "Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal governo chiarezza", una richiesta di trasparenza, dunque, rivolta direttamente all'esecutivo. 

 

 

 

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