Dpcm, aggiornato a domani il vertice governo-regioni. Luca Zaia guida la rivolta contro i lockdown locali
Dopo i lavori della mattina, è stato rinviato a domani, lunedì 2 novembre, il confronto tra regioni e governo sul nuovo dpcm, che dovrebbe essere firmato da Giuseppe Conte tra lunedì e martedì. Come è noto, la proposta delle regioni è quella di limitare gli spostamenti delle persone che hanno più di 70 anni pur di evitare i lockdown locali. Inoltre, le regioni propongono anche la chiusura dei centri commerciali nel weekend. E secondo quanto si apprende, a guidare il fronte del "no" al lockdown sarebbe stato Luca Zaia, spalleggiato da Giovanni Toti. "Il lockdown penalizzerebbe alcune aree in maniera troppo pesante", ha tuonato il governatore del Veneto. Insomma, siamo allo stallo. Anche per questo i lavori sono stati aggiornati a domani. Gli altri punti in discussione, dall'estensione del coprifuoco alla chiusura degli esercizi commerciali, li potete leggere in questo articolo.
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E ancora, frizioni per il fatto che il governo pensa a delegare la decisione finale su lockdown locali e zone rosse ai governatori delle regioni, i quali chiedono a Conte di prendere delle decisioni. La raccomandazione del premier e Cts sarebbe di attuare dei lockdown dove l'indice di contagio Rt supera il valore di 1,5. Critico sui lockdown locali anche Attilio Fontana: "La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione", ha commentato il governatore della Lombardia. Fontana, inoltre, ha chiesto di attendere una verifica sull'impatto delle misure già adottate con i precedenti dpcm, che ancora sono difficili da valutare, in modo che "ulteriori azioni di contrasto al virus siano uniformi: una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini", ha concluso Fontana.