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Dpcm, il centrodestra rifiuta il tavolo di confronto di Giuseppe Conte: "Operazione di Palazzo, noi siamo in Parlamento"

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Non siamo disponibili a partecipare a operazioni di Palazzo che sembrano dettate, più che da una reale volontà di collaborazione, dal tentativo di voler coinvolgere l’opposizione in responsabilità gravi che derivano dall’immobilismo e dalle scelte sbagliate effettuate dal governo”. Così il centrodestra è uscito allo scoperto con una nota stampa a firma di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi sull’invito di Giuseppe Conte ad un tavolo di confronto, ritenuto quantomai “tardivo”. “Siamo sempre stati a disposizione dell’Italia - hanno ribadito i leader dell’opposizione - ma oggi più che mai l’unica sede nella quale discutere è il Parlamento. Lì sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre”.

Insomma, il centrodestra è categorico: no agli incontri con il premier al di fuori di Camera e Senato, anche perché è ormai chiaro a tutti che Conte in realtà ha praticamente già pronto un altro Dpcm, dopo aver rotto gli indugi nel pomeriggio di sabato 31 ottobre convocando una riunione d’urgenza del Cts. “Per mesi - hanno sottolineato i leader di opposizione - abbiamo preparato proposte ed emendamenti, ma atteso invano che il governo ci convocasse in Parlamento, la sede istituzionale dove è giusto che avvenga il confronto tra maggioranza e opposizione. Ancora pochi giorni fa, ci è stata data notizia dell’ultimo Dpcm, soltanto poco tempo prima della sua comunicazione agli italiani. L’attuale situazione sanitaria sta precipitando anche a causa delle mancate decisioni del governo: il Paese si è presentato impreparato alla seconda ondata della pandemia che pure era ampiamente prevista e prevedibile. Oggi il governo ipotizza una ‘cabina di regia’ con le opposizioni. Il ravvedimento appare tardivo”. 

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