Franco Bechis contro Giuseppe Conte: "Verbali Cts, bugie del governo per chiuderci in casa"
Dopo la pubblicazione dei verbali del comitato tecnico scientifico è calato il muro del silenzio intorno ai nuovi dpcm. I verbali sono stati resi pubblici solo con oltre un mese di ritardo e al momento sono fermi al 15 settembre. Gli esponenti del comitato tecnico scientifico, scrive Franco Bechis sul Tempo, non rispondono alle domande della stampa sui dati dei contagi. Bechis chiede "quali numeri hanno consigliato di chiudere la sera ristoranti, bar e pub, quali la didattica a distanza al 75% nelle scuole superiori, quali ancora la serrata di palestre, teatri e cinema e tutto ciò che finora è stato fermato". Il direttore del Tempo si dà due risposte: "0 quei numeri non ci sono, o perché sono circolate talmente tante bugie da parte degli esponenti del governo che è meglio non fare vedere se non a grande distanza di tempo quel che davvero è accaduto".
Il Tempo inoltre ha letto alcuni di quei documenti e, scrive sempre Bechis, "dicono che non è vero che il governo ha seguito pedissequamente le prescrizioni degli scienziati. Il comitato tecnico scientifico ha messo a verbale ad esempio tutte le incertezze di Conte sulle conseguenze di riapertura delle scuole e avvisato che non esistevano documenti scientifici che ne garantissero la messa in sicurezza e che il solo studio effettuato - sulla riapertura delle scuole in Israele a primavera inoltrata - offriva dati molto allarmanti sulla ripresa del contagio. Lo stesso comitato non ha mai validato, e anzi più volte contestato, le scelte fatte dal governo in tema di trasporti pubblici". Il Cts, scrive sempre il Tempo, ha fornito, "qualche dubbio perfino sulle scelte fatte di obbligo di mascherina in luoghi aperti che i tecnici avevano ipotizzato insieme a molte altre misure solo nello scenario 3 peggiorato, e non nel 2 come invece si è deciso". Insomma per Bechis sono, "tante le bugie che stanno portando inesorabilmente al nuovo lockdown, che non è dovuto al comportamento degli italiani come il premier e i suoi nemmeno troppo velatamente cercano di fare credere, ma solo ed esclusivamente alle inefficienze dell'esecutivo e alle balle dette quando nulla di quanto annunciato è stato in realtà realizzato", conclude il direttore del Tempo.