Pier Ferdinando Casini, quando disse: "Giuseppe Conte cacciato coi forconi". Ora in Italia esplodono le rivolte
Le immagini delle proteste in piazza contro il Dpcm di Giuseppe Conte non ci devono stupire. Già mesi fa Pier Ferdinando Casini aveva avvisato i giallorossi con una profezia che vedeva il premier "cacciato con i forconi", entro settembre. Proprio finita la prima ondata è iniziata la seconda. A conti fatti, guardando il mese di ottobre, l'ex presidente della Camera non ci è andato molto lontano. Ristoratori, commercianti e chi più ne ha più ne metta si sono organizzati al grido di "libertà" per dar vita a diverse manifestazioni. Con loro però ci sono stati anche estremisti e malviventi che, approfittando della situazione, hanno messo a ferro e fuoco città come Napoli, Milano e Torino.
Nulla di più prevedibile, commenta Augusto Minzolini sul Giornale, rievocando proprio le parole di Casini. D'altronde il governo ha avuto tre mesi di tempo per far prepararsi alla seconda ondata del coronavirus, anche questa ampiamente annunciata. E invece nulla. Il premier, Pd e M5s si sono fatti trovare impreparati e ora sperano che la chiusura di locali e ristoranti alle 18 possa far invertire la curva dei contagi. Una scelta criticata sia da maggioranza sia da opposizione e che pesa solo ed esclusivamente sulle spalle dei lavoratori. Se non moriranno di Covid, gli italiani moriranno di fame: nonostante quel che pensa e dice il professor Massimo Galli, questa è l'accusa più gettonata contro premier Conte.