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Tommaso Cerno contro il governo dopo il dpcm: "Rivolte? Solo l'inizio. Quella legge combatte gli italiani"

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Il nuovo Dpcm non piace proprio a nessuno, neppure a Tommaso Cerno che con una nota sconfessa le misure prese per far fronte all'emergenza coronavirus. "Se Giuseppe Conte si fosse fatto una partita a dadi con il segretario dem Nicola Zingaretti - che vista la condizione in cui versa il suo Lazio, evidentemente ormai un hobby, farebbe meglio ad astenersi da decisioni - avrebbe trovato soluzioni più serie, logiche e comprensibili per unire e non dividere gli italiani e affrontare il Covid fase 2. Combattendo il virus e non combattendo gli italiani". L'ex piddino confluito nel Gruppo Misto non può fare a meno di ricordare le proteste andate in scena in questi giorni, dove in piazza sono scesi ristoratori e commercianti stanchi di vedere le proprie attività chiuse.

 

 

"L'effetto che stiamo ottenendo - prosegue il senatore - è di generare odio sociale e tensione senza ottenere alcun risultato sanitario. Diciamo che ancora una volta dopo il cambio di governo si conferma appassionato degli aforismi di Andreotti: meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Solo che così le cuoia le tireranno più italiani ancora". Per Cerno infatti alla drammatica lista dei decessi per il virus, si unirà quella di chi "vedrà sfumare il lavoro e gli sforzi di una vita a causa delle tabelline del governo che gioca con la vita di tutti noi, dicendo invece di tutelarla. Credo - è l'amara conclusione - sia solo l'inizio di una rivolta più che giustificabile contro un governo di stregoni e alchimisti".

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