Giuseppe Conte cambia registro: "Dobbiamo escludere un lockdown generalizzato", la serrata è possibile
Il Diavolo sta nei dettagli. E uni dei tanti diavoli che funestano l'Italia alle prese col coronavirus è l'ipotesi del lockdown. Che, è noto, Giuseppe Conte non vuole, al prezzo di scontrarsi con l'ala più "rigorista" del suo governo. Eppure, una nuova serrata pare inesorabilmente avvicinarsi, con la corsa di vittime, ricoveri e contagi. E dunque eccoci al dettaglio e al Diavolo che ci si nasconde dentro, ossia le parole del premier. Che cambiano. Dal "no a un nuovo lockdown" a "dobbiamo escludere un lockdown generalizzato". Così il presidente del Consiglio al Festival del Lavoro, pochi minuti fa, oggi venerdì 23 ottobre. Insomma, anche le sue certezze circa lo schivare la chiusura sembrano pian piano sbriciolarsi.
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"Rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario", ha aggiunto, insistendo sulla linea della prudenza e confermando di fatto che altre misure sono allo studio. "Il governo è pronto a intervenire in qualsiasi momento e l'attenzione resta altissima - ha aggiunto Conte -, ma dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l'arresto dell'attività produttiva come pure delle scuole e degli uffici pubblici".
Parole che, come detto, non intercettano i favori di tutta la sua maggioranza, in primis Roberto Speranza, che spinge per misure più drastiche. Ma ora, al coro di critiche, si aggiunge anche Matteo Renzi: "Grande confusione sotto il cielo nella gestione del Covid", attacca il leader di Italia Viva. E ancora: "I problemi della seconda ondata derivano essenzialmente dalla mancanza dei tamponi rapidi e di una tracciabilità seria, ma anche dalla mancanza dei trasporti pubblici e dall'insufficienza delle terapie intensive". Infine, l'ennesimo appello ad attivare il Mes: "I soldi servono, insistere a rinunciare al Mes mentre le persone non hanno tamponi o autobus per andare a scuola, smette di essere ideologia e inizia a essere masochismo", conclude Renzi.