Lucia Azzolina su Bella Ciao a scuola: "Patrimonio di tutti". La rabbia di Fdi: "Dimentica gli eccidi"
Bella Ciao va cantata anche nelle scuole. Questo il sunto del discorso che Lucia Azzolina ha fatto, rispondendo per iscritto a una interrogazione presentata da Fabio Rampelli. Il ministro dell'Istruzione è stato chiamato a far luce sulla docente di musica che, nelle scuole medie dell’istituto Ottaviano Bottini di Piglio, ha chiesto di cantare l'inno partigiano facendolo passare come didattica. Ma c'è di più perché il deputato di Fratelli d'Italia ha fatto notare alla grillina che sul sito dell'Istituto c'è addirittura una comunicazione elettronica destinata a tutti gli alunni, affinché "eseguano Bella Ciao, simbolo della Liberazione che abbiamo festeggiato il 25 aprile, ignorando che, mentre tale data rappresenta oggettivamente la liberazione dell’Italia dalla dittatura e dall’occupazione nazista, l’inno partigiano è divisivo perché rappresenta - appunto - una parte politica ben definita, purtroppo protagonista anche di violenze efferate e ingiustificate, anche nei confronti di civili, preti, donne e bambini".
La risposta della Azzolina? Semplice, nulla di nuovo: "A quanto riferito, la canzone ha sempre fatto parte del libro di testo adottato dalla scuola. In particolare, il brano in questione, assegnato con lo scopo di essere suonato con il flauto dai discenti, rientra nel novero dei canti popolari in trattazione nell’ambito della musica leggera e precisamente nel capitolo dedicato alle ’canzoni del presente e del passato'". Non solo, perché la Azzolina si è prodigata a difendere il docente, definendo "Bella Ciao è parte del patrimonio culturale italiano, noto a livello internazionale, tradotto e cantato in tutto il mondo. È un canto che diffonde valori del tutto universali di opposizione alle guerre ed agli estremismi". Peccato però che qualcuno - come ricordato da Rampelli - dimentica che "i partigiani rossi sono gli stessi responsabili di eccidi, stupri ed esecuzioni sommarie".