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Giulio Tremonti sulla gestione della pandemia: "Costituzione violata, verso la crisi della Repubblica"

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La gestione dell’epidemia da parte del governo presieduto da Giuseppe Conte? “Un altro caso di scivolamento fuori dalla Costituzione, dopo la delegittimazione della politica fatta negli ultimi anni e da ultimo con il referendum”. Parole di Giulio Tremonti, che ha rilasciato un’intervista a Il Tempo sui risvolti dell’operato dell’esecutivo in materia di coronavirus. “Senza alcun fanatismo giustizialista - ha spiegato l’ex ministro dell’Economia ai tempi di Silvio Berlusconi - mi pare evidente nelle accuse e negli scontri tra governo centrale e governi locali che sono in atto che la cascata dei fenomeni generati dalla pandemia va oltre il campo sanitario ed economico per arrivare al centro del nostro sistema politico, marcando con la violazione della sua Costituzione la crisi della Repubblica”.

Cos’è stato sbagliato nel dettaglio? “Lo Stato doveva fin da subito applicare la Costituzione - ha sottolineato Tremonti - esercitando i suoi doveri di competenza esclusiva in materia. Il potere centrale poteva essere delegato caso per caso ai territori, ma non poteva e non doveva essere permesso che nel vacuo del potere centrale questi se lo attribuissero di propria iniziativa. È in questi termini che si sta diffondendo, e crescerà nei prossimi mesi, l’idea della crisi e della dissoluzione della Repubblica”. Tremonti ha poi parlato dell’Europa e del Recovery Fund, i cui tempi sono un punto dolente per l’Italia: “Con la pandemia l’Europa si è autosospesa - è il giudizio severo - ha disapplicato il mercato permettendo gli aiuti di Stato, ha messo nel freezer i parametri di Maastricht, incentiva anzi la formazione del debito pubblico con gli acquisti dei relativi titoli da parte della Bce. Un incentivo che in Italia ha portato alla concessione di bonus per bici, monopattini, tate, illudendo il governo sulla drammatica responsabilità del fare debito”. 

 

 

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