Coronavirus, nuovo dpcm entro lunedì. Le indiscrezioni: chiusura negozi non essenziali, nodo coprifuoco, obbligo di smart working
Il nuovo dpcm con le misure di contenimento contro il coronavirus arriverà entro lunedì. E nel governo continuano trattative e battaglie. L'ipotesi del coprifuoco alla francese, con i cittadini chiusi in casa dalle 21 all'alba, o alle 22 nelle versione italiana, è il principale dilemma. Giuseppe Conte teme la seconda ondata e riconosce la stanchezza dei cittadini, non vuole il lockdown, semmai chiusure localizzate.
Al vertice della seconda notte hanno partecipato anche Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova, i lavori sono iniziati alle 2. Il coprifuoco, sostenuto dai ministri più esigenti, non è condiviso da Conte: il premier cerca altre strade per limitare assembramenti. Per esempio restringere ancora gli orari di bar, locali e ristoranti e la vendita di alcolici dopo una certa ora, per contrastare la movida. E rendere obbligatorio lo smart working fino al 70 per cento per la pubblica amministrazione, così da alleggerire il trasporto pubblico locale che si sta rivelando ad altissimo rischio di contagio.
Scontata una stretta sugli sporti di contatto, a livello di base e a livello agonistico, gestiti dalle società dilettantistiche, con l’alt ad allenamenti e partite come il calcetto e il basket. Una misura che servirebbe a tenere aperte le scuole. Si discute anche di stop a piscine, palestre e circoli, oltre a una stretta su eventi e manifestazioni pubbliche. E ancora, la serrata di negozi considerati non essenziali e delle sale gioco.
Tutti concordi sulla necessità di tenere aperte le scuole, anche se molti nel M5s sospettano che le Regioni premano per la didattica a distanza "perché non hanno saputo gestire trasporti e tamponi". Alle superiori la possibilità di studiare da casa in digitale è già prevista e Lucia Azzolina è contraria a una misura generalizzata, come ha dimostrato la polemica con Vincenzo De Luca dopo la stretta decisa in Campania.