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Paolo Romani, il retroscena di Minzolini: "Aiuto al governo? Tirate in ballo Mattarella", la risposta al grillino D'Incà

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L'elemosina dei voti in Parlamento va avanti. Il timore è di non avere il numero legale in Aula per approvare i provvedimenti più importanti. Perfino il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, del M5s, si è trovato costretto - mentre era alla buvette del Senato - a chiedere una mano ai potenziali responsabili, Gaetano Quagliarello e Paolo Romani, per far passare il Nadef, la nota di aggiornamento al Def, in caso di bisogno. Lo ha raccontato Augusto Minzolini sul Giornale, nel suo consueto retroscena. Per l'approvazione dello scostamento di bilancio, per esempio, è necessaria la maggioranza qualificata, cioè 161 voti. Ma con senatori assenti perché positivi o in isolamento, la situazione si fa sempre più drammatica per i giallorossi e si cerca aiuto altrove. Come riporta Minzolini, la risposta di Romani a D'Incà è stata: "Se me lo chiedi ad 'aumm aumm', ti dico di 'no'. Se, invece, lo poni sul piano dell’emergenza costituzionale, se tirate in ballo anche il Presidente della Repubblica, il discorso può essere diverso. Voi non vi rendete conto che se oggi mancano 4 senatori della maggioranza all’appello per il Covid, domani potrebbero esserne assenti 15".

 

 

Secondo il giornalista, non è solo l’"aumm aumm" a peggiorare la situazione. Grave è anche l'immobilismo coperto dallo stato di emergenza. Basti pensare allo stallo sul Mes, il fondo europeo salva-Stati, che divide ancora la maggioranza, con Pd e Italia Viva che ne invocano l'uso e i 5 Stelle fermi sulle loro posizioni. I 36 miliardi dall'Europa, come spiega Minzolini, potrebbero mettere in sicurezza il Paese sul piano sanitario, che è poi quello che serve per evitare altri lockdown.
 

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