Matteo Salvini contro l'inviato di Tagadà: "Non siamo un portacenere", la dura critica al dpcm di Conte
Siamo a Tagadà, la trasmissione di Tiziana Panella su La7, ostile per definizione nei confronti della Lega e di Matteo Salvini. E la puntata di martedì 13 ottobre lo conferma. Il leghista viene intercettato dalla troupe del programma, che parte all'attacco, insistendo su presunte frizioni tra lui e Luca Zaia per considerazioni differenti sulla didattica a distanza. "Sono sempre d'accordo con i sindaci e i miei governatori che conoscono il territorio, le esigenze e le problematiche. Ho solo testimoniato da papà che ha provato la didattica a distanza che la classe è meglio", taglia corto Salvini, smentendo per l'ennesima volta qualsivoglia tensione.
Ma non è finita. Facendo l'esegesi delle parole del leader del Carroccio, l'inviato di Tagadà ne deduce che il parere di Salvini sull'ultimo dpcm di Giuseppe Conte non sia poi così negativo. Ma sbaglia. "Il Dpcm? Il giudizio è negativo, nessuno è stato coinvolto - replica Salvini - . Siamo all'ennesima dimostrazione... ti pare che per scelte così importanti si fa una riunione alle 18 per partorire un decreto alle 24? Noi vogliamo partecipare, suggerire, costruire. Non puoi fare un decreto a mezzanotte che applichi dalla mattina dopo che dice che in casa non si sta in più di sei".
"Stai dicendo che è un untore? Segniamocela". Sorgi difende Salvini dal delirio grillino
Quindi, con piglio polemico, si fa notare che quella sulle sei persone in casa è una semplice raccomandazione. E il leghista scatta: "Una raccomandazione? I decreti non raccomandano: o si può fare o non si può fare. Cosa vuol dire che il settimo non entra in casa? Semmai si vieta, non si raccomanda. Si impone. Si discute e si dialoga, si coinvolgono anche le opposizioni, non siamo lì a fare da portacenere. Le cose le fai seriamente", conclude Salvini. Piuttosto definito.