Nando Pagnoncelli, "italiani ignoranti, amano Conte e votano destra". L'intervista che farà infuriare Salvini e Meloni
Gli italiani "amano Giuseppe Conte e votano destra". Sono "lontani dalla realtà" e "ignoranti". Parola di Nando Pagnoncelli, forse il più famoso sondaggista d'Italia. "Se mi chiama così metto mano alla pistola", esordisce la sua intervista al Fatto quotidiano, per certi versi sconcertante. Le sue parole faranno discutere molto, soprattutto nel centrodestra: "La maggioranza assoluta di chi va a votare, il 54%, ha un titolo di studio che arriva alla terza media, di questi il 20% non ha nessun titolo di studio". Un indizio di voto, suggerisce il Fatto: per Salvini e Meloni, ovviamente..
Pagnoncelli tratteggia una situazione di grande confusione. Molti elettori di centrodestra ritengono Conte il miglior premier possibile: "Il giudizio sul governo e su questo premier attiene al modo in cui sta gestendo questa pandemia. C'è consapevolezza che sia un grande guaio e che lui stia facendo il meglio possibile". Poi però votano per i partiti che stanno all'opposizione: "Separano la passione personale dalla valutazione fredda della realtà. E infatti non c'è altra spiegazione se prendiamo in esame la percentuale di coloro che danno un giudizio positivo (63%)". "Sollegati dalla realtà", sentenzia Antonello Caporale del Fatto: "Praticano la contraddizione. Che è anche il frutto di una conoscenza approssimata, di una formazione culturale che per molti si è fermata ai livelli più bassi e che per troppi non è manco iniziata a scuola. È certo che subiscono il "contagio" televisivo principalmente. La notizia di un minuto che passa al tg della sera, magari sostenuta da immagini di repertorio". Il riferimento è, che caso, a "un servizio sui migranti" che potrebbe far credere loro alla invasione permanente. "La paura - sentenzia Pagnoncelli - è un sentimento prevalente. L'allarme sociale è la turbina, il propulsore di ogni azione. Poi l'età avanzata, la bassa istruzione e il canale televisivo monotematico (telegiornale delle venti in prevalenza) come fonte principale dell'informazione, accrescono una dimensione alterata di quel che esiste e si dovrebbe fare".