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Vittorio Sgarbi, show alla Camera: "Coronavirus, misure repressive da fascisti". Nel mirino Speranza e Zingaretti

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Altra seduta alla Camera, altro show. Vittorio Sgarbi, in Aula per le comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza, perde le staffe. Il tema, come sempre, è il coronavirus: "L’idea che la prevenzione sia il nome che si dà alla repressione e all’idiozia e alla minaccia di nuovi provvedimenti è tutta nelle parole di Nicola Zingaretti, che ha detto: ’toglieremo dalla vita sociale coloro che sono positivi', esordisce dagli scranni senza mascherina. "Come è possibile che un malato non stia nella vita sociale quando guarisce dopo 10 giorni. Quale misura repressiva, fascista e intollerabile, viene adottata da questa gente, a partire dal bravissimo e divertente presidente De Luca e da quelli che lo imitano?".

 

 

Il critico d'arte non può fare a meno di chiedersi perché negli altri paesi come la Svezia e la Francia lo stato di emergenza non esista: "Non potete parlare dell’Europa ma di un’Italia ristretta, chiusa e fascista, in cui chi è malato deve essere cacciato". Il deputato del Misto se la prende con la possibile proroga che vede l'Italia nuovamente ferma fino al 31 gennaio. "Questa - conclude - è una malattia grave, ma, come prova Sileri, è una malattia da cui si guarisce e si è in ottima forma, non è necessariamente una malattia normale. Occorre individuare i rischi reali e non esagerarli con una psicosi collettiva che impone agli italiani la paura di camminare da solo in un bosco... C’è qualcosa di folle... Persino l’Aprea è preoccupata per Trump, come se fosse grottesco che Trump si ammali. Si è ammalato è guarirà. È guarito Berlusconi, è guarito Briatore".

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