Paolo Mieli sul centrodestra: "Perché Salvini e Meloni non vanno archiviati, siano loro i pacificatori"
I leader del centrodestra non devono cercare un pacificatore, un soggetto esterno che non sa raccogliere consenso. Devono essere loro i pacificatori. Il consiglio arriva direttamente dallo scrittore e storico Paolo Mieli. Secondo lui è sbagliato archiviare Matteo Salvini e Giorgia Meloni - due politici che, si suppone, Mieli non apprezza più di tanto -, ma allo stesso tempo dice che non è più tempo di spavalderia. "La destra concitata, che a ogni elezione dichiara che vincerà tutto, che parla sempre di spallata, ora dice che riconquisterà Roma e Milano. Ma se non le riconquistano hanno chiuso perché queste spacconate puoi farle una volta, due, ma la terza volta la gente non ti ascolta più", ha dichiarato in un'intervista al Giornale.
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Lo storico ha spiegato che già dopo la nascita del Conte II si era manifestato un bipolarismo dal quale non si sarebbe tornati indietro: da una parte il centrodestra, unito e pronto per andare a elezioni; dall'altra il Movimento 5 Stelle, che invece si è abbassato a dei compromessi difficili da mettere alle spalle, come l'alleanza con i dem e i vincoli economici. Paolo Mieli, poi, mette in guardia il centrodestra sulla direzione da seguire: "Lì dentro ci sono persone come Giancarlo Giorgetti, che ha messo il dito sulla piaga dell'astensione della Lega all'Ue sul voto contro Lukashenko. Così la gente sospetta chissà che cosa. Silvio Berlusconi era amico di Vladimir Putin più di loro ma è sempre stato chiaro che fosse filoccidentale. Loro non sono affidabili con le cancellerie europee e nemmeno con Donald Trump". E su un'eventuale svolta della coalizione di destra, lo storico dice che Matteo Salvini dovrebbe "trovare uno spazio di interlocuzione con i liberali e non con le ultradestre europee, perché così sono su un binario morto".