Renato Mannheimer, il dubbio sulle elezioni: "Il voto della paura", colpa del governo?
Renato Mannheimer ha commentato con Il Giornale questo strano appuntamento elettorale, reso tale dalla presenza del coronavirus, che è tornato a circolare con una certa insistenza in tutta Italia, seppur con una mortalità e una gravità assolutamente non paragonabile a quella dei mesi del lockdown. “Paura di andare a votare? In effetti ce l’ho”, ha dichiarato il noto sondaggista: “Indosserò la mascherina e osserverò la dovuta distanza dagli altri. D’altronde anche quando vado a cena fuori ho sempre la mascherina con me”. Ciò non toglie che per le elezioni è uno scenario inedito, quello della convivenza con una malattia infettiva: “Lo è senz’altro. Saranno elezioni condizionate dalla paura. La paura che molte persone stanno provando in questo periodo nei confronti del virus. Basta vedere cosa è successo nei cinema, hanno riaperto ma l’affluenza in sala è ancora bassa. Colpa ovviamente di questo clima di paura”.
Il quale però non necessariamente potrebbe essere devastante per l’affluenza: “Bisogna innanzitutto fare qualche distinguo. Ci sono regioni dove si vota soltanto per il referendum e altre dove si vota per il rinnovo del consiglio regionale e poi ci sono un migliaio di comuni dove si rinnovano i consigli e i sindaci. Sicuramente dove si vota per le amministrative potrebbe risultare più alto il voto sul quesito referendario”. Secondo Mannheimer ci sono però altri possibili condizionamenti in questa anomala situazione: “Secondo alcuni analisti si potrebbe verificare un maggior numero di voti per il No al referendum nelle regioni dove non ci sono le amministrative. Grillini a parte, i sostenitori del No sono più attivi. Quindi i Sì si registreranno laddove al seggio ci arrivi già per altri motivi e scegli di dare un voto anche sul quesito referendario”.
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