Election Day, le piroette di Pd e M5s per evitare guai a Giuseppe Conte: idee stravolte per salvare la poltrona?
Certo non si può parlare di brogli. Più prosaicamente, però, si può parlare di imbrogli. Si tratta delle elezioni a cui siamo chiamati a votare tra oggi, domenica 20 settembre, e domani. Le regionali e il referendum costituzionale. Un voto che potrebbe creare non pochi grattacapi al governo di Pd e M5s, soprattutto in caso (improbabile) di vittoria del No al referendum e di (probabile) tracollo giallorosso alle regionali. E la tensione, tra le forze di maggioranza, è palpabile. E così ecco fiorire gli imbrogli. Come quello servito da Luigi Di Maio e Danilo Toninelli ai loro elettori: nel 2016 dicevano peste e corna sul taglio dei parlamentari di stampo renziano, salvo oggi sostenere la sforbiciata a gran voce. Leggi differenti? Fino ad un certo punto. Trattasi di convenienza, di un disperato tentativo di sopravvivenza.
Ma non solo. Vi è poi un secondo, e macroscopico, imbroglio. Che è poi quello caldeggiato da Marco Travaglio, primo sponsor di Giuseppe Conte, sul Fatto Quotidiano. Il direttore infatti ha invocato il voto disgiunto nelle regioni in bilico, ossia Toscana, Puglia e Marche. Insomma, Travaglio suggerisce ai grillini di votare la loro lista e il candidato Pd, così come permette la legge elettorale, pur di evitare un ko che potrebbe costare Palazzo Chigi a Conte. Sul punto, Alessandro Sallusti commenta tranchant su Il Giornale: "Che è un po' come se al derby tra Milan e Inter l'allenatore del Milan facesse vincere l'Inter per impedire alla Juventus di avvantaggiarsi nel campionato".
Come detto: nessun broglio, solo imbroglio. Un imbroglio agli elettori a cui partecipa anche il Pd. Eccome. Dopo tre voti contrari al taglio dei parlamentari, ecco che si schierano a favore, così come imposto dal M5s per ragioni governative (o ricatto governativo, scegliete voi la definizione migliore). Si schierano a favore e tra l'altro neppure riescono a farlo convintamente, con molte voci in libertà e un imbarazzo palese, più clamoroso che serpeggiante. Insomma, un sostanziale imbroglio alla democrazia e agli elettori. Indicazioni di voto truffaldine, opportuniste, il cui unico obiettivo è quello della conservazione della poltrona.