Matteo Salvini, l'inchiesta sui commercialisti: "Infiltrati ai piani altissimi a Roma". Cosa scordano i pm
Sono nove in totale gli indagati per peculato nell'inchiesta sul caso Lombardia Film Commission. Oltre ai cinque ai quali è stata applicata la misura cautelare, tra cui i tre commercialisti di fiducia della Lega, Michele Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, e il prestanome Luca Sostegni, figurano anche Pierino Maffeis, Elio Foiadelli e Vanessa Servalli, amministratori di società riconducibili ai professionisti finiti ai domiciliari. Ed è indagato, come si sapeva, anche l'imprenditore Francesco Barachetti. Emerge dalla richiesta di rogatoria in Svizzera depositata negli atti dell'indagine. Nella rogatoria del 18 agosto i pm parlano anche della "società di sede panamense che scherma un conto in Svizzera", finita anch'essa al centro delle indagini.
Dalle pagine di atti depositati nell'inchiesta vengono a galla tantissime operazioni e movimentazioni finanziarie, soprattutto da parte di Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, ma anche molte ovvietà. Scrivono infatti i pm che i due contabili del Carroccio, "persone tanto infiltrate nelle istituzioni" e capaci di raggiungere "subito i piani altissimi della politica a Roma. Di Rubba come noto è revisore contabile del gruppo al Senato, Manzoni revisore contabile del gruppo alla Camera. Due professionisti ai massimi livelli della politica, con contatti adeguati. Ma secondo la Procura, è un indizio di colpevolezza.
Tutto punta a screditare il leader della Lega Matteo Salvini. Nelle carte di parla anche si un incontro "riservato" tra Marco Ghilardi, ex direttore della filiale Ubi di Seriate (Bergamo) dove erano aperti conti di società riconducibili a Manzoni e Di Rubba, quest'ultimo "piazzato dal partito", per i pm, "a presiedere uno dei tanti enti del sottobosco della pubblica amministrazione", la LFC. Proprio quando a fine maggio Ghilardi sta rischiando il licenziamento, che poi avverrà, per non aver segnalato operazioni sospette, Di Rubba, direttore amministrativo al Senato, e Manzoni, revisore contabile alla Camera, "raggiungono subito i piani altissimi della politica a Roma nelle giornate del 26 e 27 maggio" per un incontro "riservato", dato che, annotano i pm, c'erano "fibrillazioni".
L'incontro non è stato registrato e quindi non si sa esattamente chi abbia partecipato e gli investigatori lo hanno ricostruito tramite le intercettazioni. "C'è stata la riunione con ... con Salvini - dice Manzoni il 27 maggio - poi non mi sono fermato lì a parlare con Calderoli, però mi ha chiamato".