Giancarlo Giorgetti, Augusto Minzolini: il recentissimo incontro con Mario Draghi, timori per Giuseppe Conte
Il probabile ko alle regionali, ampi settori del M5s - quello che fa riferimento a Luigi Di Maio in primis - che di lui non ne possono più, un Matteo Renzi da sempre ostile e che sarebbe pronto a riaprire il dialogo con Carlo Calenda pur di liberarsene. Tutti elementi che, secondo quanto scritto in un retroscena pubblicato su Il Giornale da Augusto Minzolini, concorrerebbero a rendere la vita di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi potenzialmente molto breve. A sua difesa, il premier, ha giusto da sbandierare la minaccia del "voto subito" in caso di crisi, quelle elezioni anticipate che Sergio Mattarella (e molti parlamentari) non vogliono, affatto. E ancora, Minzolini ragiona puntando il dito contro "la miopia strategica di Salvini", ossia la reiterata richiesta di elezioni anticipate.
Eppure, qualcosa nelle ultime ore è cambiato. Il leader della Lega, interpellato sul possibile ko dei giallorossi alle regionali, ha spiegato che si tratta di un'altra partita rispetto a Palazzo Chigi. Insomma, anche in caso di ko, Conte non dovrebbe necessariamente fare le valigie. Un chiaro cambio di linea, piuttosto evidente. E di un cambio di linea parla anche Minzo nel suo retroscena: "Dalle parti della Lega, è in corso, nel rispetto della singolare liturgia del partito, una riflessione su un possibile cambio di strategia".
Gli effetti di questa riflessione si vedono già dai toni usati da Salvini in campagna elettorale: più bassi, più pacati, più "moderati", appunto. Se tutto andasse bene al voto, questo cambio di linea potrebbe proseguire anche dopo le urne. E a testimoniare la variazione, il riassetto paradigmatico, ci sarebbe anche un incontro di cui, appunto, dà conto sempre Minzolini. "La premessa potrebbe essere anche la visita - recentissima - di Giancarlo Giorgetti, testa d'uovo leghista, proprio a quel personaggio che per Conte è fumo negli occhi, cioè Mario Draghi". Così nelle battute finali del pezzo. Una discreta bomba. Un colloquio Giorgetti-Draghi. E chissà che il futuro di Conte non sia così blindato così come si dice.