Dario Franceschini, il retroscena: pronto a sostenere Stefano Bonaccini, il "killer politico" di Nicola Zingaretti
Fedelissimo di Pierluigi Bersani, di Enrico Letta, renziano di ferro, poi zingarettiano di rito ultra-ortodosso e sempre primo sponsor di se stesso. Trasformista per definizione, l'ex dicci Dario Franceschini, oggi e da immemore tempo piddino, area cattolica. E prontissimo all'ultima trasformazione. All'ultimo ribaltone nel nome di una poltrona che mai, mai, mai vorrebbe perdere né perderà. Troppo bravo a fiutare il cavallo su cui puntare, a saltare sul carro del futuro. E questo carro sarebbe quello trainato dal possente Stefano Bonaccini, astro nascente democratico (nascente in verità da parecchio tempo), il governatore dell'Emilia Romagna che è riuscito nella discreta impresa di tenere in piedi la roccaforte rossa per eccellenza alle ultime regionali, vinte contro la leghista Lucia Borgonzoni.
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Franceschini sponsor di Bonaccini, insomma. Lo assicura Il Giornale in un retroscena, dove spiega che in caso di flop - probabile - alle imminenti regionali, il ministro della Cultura avrebbe già scelto il governatore dell'Emilia Romagna come successore di Nicola Zingaretti, dal quale si sta progressivamente affrancando. Franceschini, termometro e gran manovratore al Nazareno, è pronto a schierare le sue truppe in favore di Bonaccini, papabile killer politico di Zinga. Insieme a Franceschini, la componente che riunisce gli ex renziani Graziano Delrio e Luca Lotti, i quali lavorano sodo per spianare la strada al prossimo congresso proprio a Bonaccini (in vista, chissà, di un ritorno di Matteo Renzi all'ovile democratico). Poi Beppe Sala, Giorgio Gori, quelli che un tempo erano i Giovani Turchi e che ora sono paludate vecchie volpi della politica. Tutto pronto, insomma. Zinga verrà detronizzato. Se c'è lo zampino di Franceschini, si può già considerare, con discreta approssimazione, il cambio come cosa fatta.