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Giuseppe Conte, le telefonate di Buffagni per salvarlo sui servizi segreti: "Ma che fate, siete pazzi? Quella è una bomba sotto la sua seggiola"
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Stefano Buffagni aveva fiutato le defezioni in massa nel Movimento 5 Stelle in vista della fiducia sul decreto Covid, per questo già venerdì scorso si era messo a chiamare uno per uno i firmatari dell’emendamento incriminato, quello contro la proroga dei vertici dei servizi segreti. “Ma che fate, siete pazzi?”, sono le parole che Il Corriere della Sera attribuisce al sottosegretario grillino: “Con le tensioni che ci sono su scuola e regionali è folle buttare altra benzina sul fuoco. Quell’emendamento è una bomba sotto la seggiola di Conte”.
Bomba che è rimasta inesplosa, ma intanto il premier si è dovuto accontentare di una fiducia risicata, una delle più basse dei suoi due anni a Palazzo Chigi. Poi è avvenuta una telefonata chiarificatrice tra Conte e Luigi Di Maio, al quale era stata attribuita la paternità del testo M5s in materia di intelligence. Lo staff del premier ha provato a spazzare via “i sospetti sull’operato del ministro degli Esteri”, ma la smentita - si legge sul Corsera - è stata definita “moscia, per nulla convinta” da uno dei tanti sottosegretari corsi a votare per puntellare il governo.
Servizi segreti, retroscena: la "manina" di Di Maio per cancellare la porcheria di Conte? Scontro totale nel governo
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