Giuseppe Conte, il governo fa felice Tim: "Accordo sulla rete unica", così cambia l'Internet italiana
La rete unica a banda larga per le telecomunicazioni incassa il via libera definitivo. Ieri è arrivato il disco verde unanime del governo e degli esponenti di maggioranza La partita non può certo con siderarsi del tutto conclusa tenuto conto che ci sono ancora da passare gli esami dell'autorità antitrust. Tuttavia dopo più di quindici anni di liti tra Tim e i governi di sinistra da Prodi a Renzi e ben dodici progetti naufragati sembra che questa decisiva struttura per lo sviluppo dell'Italia sia arrivata al traguardo. Una conferma, per chi ci crede, che il tredici porta fortuna. L'amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo nell'incontro a Palazzo Chigi con Conte, Gualteri e gli altri ministri, ha spiegato tutta l'operazione. L'obiettivo è di arrivare al traguardo entro lunedì quando è previsto il consiglio d'amministrazione di Tim. Questo perchè il memorandum d'intesa andrà ad innestarsi sulla nascita di FiberCop la società della rete secondaria del gruppo telefonico. Si tratta del cavo di rame che dagli armadietti stradali arriva alle abitazioni. FiberCop, secondo i piano è destinata a diventare la scatola in cui confluirà tutto il sistema a fibra ottica italiana. Prima attraverso la fusione con Oper Fiber e il successivo conferimento della rimanente rete Tim.
"Sapeva che finiva male, così...". Conte, indiscreto da brividi: premier in fuga, la sua vera paura
INCONTRO A PALAZZO CHIGI
Lunedì ci sarà il primo passo. In FiberCop entreranno il fondoUsa, Kkr con il 37,5% e Fastweb con il 4,5%. La novità delle ultime ore è che anche Tiscali sarà nella partita avendo annunciato che porterà i propri clienti nella neonata società. La notizia ha messo le ali al titolo che ha guadagnato il 7,2% a 0,011 euro. Bene anche Tim a 0,40 euro (+3,42%) , in controtendenza rispetto alla Borsa in calo. Le garanzie che Palermo ha illustrato al governo per una rete neutrale e terza con parità di accesso per tutti gli operatori nascono da una governance condivisa che prevede, secondo quanto si apprende, decisioni con maggioranze qualificate nel board di FiberCop (o come si chiamerà la società della rete). Tim avrà la maggioranza azionaria ma non quella dei consiglieri che spetterà alla Cdp. Sarà il gruppo telefonico a esprimere l'amministratore delegato sentito il parere di Cassa depositi e prestiti cui spetterà il presidente con il benestare della Tim. Il memorandum ha subito un'accelerazione negli ultimi giorni dopo la mediazione del ministro Gualtieri e i vari incontri tra Gubitosi e Palermo. L'investimento di Kkr sulla nuova società FiberCop sarà di 1,8 miliardi ma è probabile che la quota azionaria scenda a favore di Cassa depositi e prestiti come anche quella di Tim che al momento avrà il 58%.
SNAM E TERNA
Il nodo a questo punto è Open Fiber. Senza la fusione in FiberCop con la rete Tim il progetto finisce nelle secche. È noto che il presidente Franco Bassanini, e l'amministratore delegato Elisabetta Ripa fanno il tifo per una soluzione diversa. La nuova società della rete dovrebbe avere Cdp come azionista di riferimento (come Snam per il gas e Terna rete elettrica) mettendo sul tavolo almeno dieci miliardi per acquistare la rete Tim insieme ad almeno trentamila dei suoi cinquantamila dipendenti. . Un'operazione che il gruppo telefonico ha sempre ostacolato. Senza la rete infatti diventa una compagnia telefonica come le altre aggravata però dal peso di molti debiti e troppo personale. La soluzione che si sta prospettando ha diversi vantaggi per il gruppo telefonico (e questo spiega il volo del titolo). Ha evitato l'esproprio della rete che piaceva tanto a Grillo. Scaricherà su FiberCop molti debiti (si parla di tredici miliardi) e molto personale. Dovrà condividere la governance ma non aveva scelta. Da sola non avrebbe avuto i finanziamenti del Recovery Fund e se non avesse condiviso il comando non avrebbe ottenuto il via libera dell'antitrust. In attesa del via libera definitivo c'è da sciogliere il nodo di Enel che probabilmente venderà il suo 50% di Open Fiber. In corsa il fondo Macquarie che sta effettuando la due diligence mentre è ancora ufficioso l'interesse di Wren House.