Immigrazione e coronavirus, Claudio Borghi scopre il trucchetto del governo: "Come classificano i migranti"
Qual è la reale percentuale dei migranti tra i nuovi positivi al coronavirus? Su questa domanda è in atto da oltre 24 ore un acceso dibattito, all’interno del quale Claudio Borghi è schierato in prima linea. A supportarlo è la matematica, oltre che la logica: si parte dalla dichiarazione di Walter Ricciardi, il consigliere del governo che ad Agorà Estate ha dichiarato che solo il 2% dei casi è legato ai migranti. Percentuale che al deputato leghista non torna affatto: “Basta essere in seconda media per fare una proporzione del genere: se soltanto in Veneto e in Sicilia i migranti positivi sono circa 600 e sono il 2%, allora i casi totali di quelle due regioni dovrebbero essere 30mila. Dato che i numeri dicono che i contagi attivi sono 15mila in tutta Italia, allora i numeri di Ricciardi non esistono”. Eppure c’è chi non si lascia convincere dalla matematica e si barrica dietro il rapporto dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui l’apporto di nuovi positivi tra i migranti non va oltre il 3-5%. Ma Borghi fa luce anche su questo punto: “La tabella dell’Iss indica che i non italiani sono circa il 40%. Il giochetto è dire che se il migrante viene trovato positivo mentre è sul suolo italiano viene classificato come ‘straniero residente o arrivato recentemente’ e tolto dalla percentuale degli sbarchi”. Un escamotage niente male per trasmettere il messaggio che i migranti non sono un’emergenza sanitaria, oltre che sociale.
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