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Giuseppe Conte "spiazzato" da Mario Draghi: l'incognita che fa tremare il premier

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Mario Draghi direbbe no a una chiamata in un momento di drammatico vuoto di potere? La speranza di Giuseppe Conte è che non si arrivi mai al punto di conoscere la risposta. Lo scrive Repubblica, secondo cui il premier è piuttosto inquieto dopo l’intervento dell’ex presidente della Bce al meeting di Rimini: non potrà riporre l’agenda dettata nettamente da Draghi nell’ultimo cassetto della scrivania come ha fatto con il piano della task force guidata da Vittorio Colao. In particolare è pesante il passaggio sui “sussidi improduttivi” e sul “debito cattivo” che rischiano di far affondare l’Italia: il premier deve fare i conti con ciò e soprattutto con le reazioni degli alleati.

Soprattutto nel Pd il piano di Draghi è stato benedetto con gioia: “Mi è piaciuto molto, c’è dentro quello che serve per andare avanti nell’interesse del paese”, ha dichiarato Nicola Zingaretti, mentre il ministro Roberto Gualtieri si è limitato a far trapelare una “piena condivisione”. Il problema è che l’appoggio a Draghi di riflesso può apparire come uno schiaffo a Conte, che quindi non si sente più tranquillo come fino a qualche settimana fa. Fermo restando che l’ex numero uno della Bce è un’incognita (è disponibile per ruoli istituzionali? Per Palazzo Chigi o il Quirinale?), ora il premier deve fare i conti con la convinzione diffusa nel Pd: se Conte inciampa o la situazione precipita, solo Draghi può salvare la legislatura. 

 

 

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