Coronavirus, niente zona rossa ad Alzano e Nembro: "Decisione del governo". I verbali inchiodano Conte: ha mentito per mesi
Ieri, giovedì 6 agosto, sono trapelati i verbali del Comitato tecnico scientifico che hanno spiegato come si è arrivati al lockdown, voluto a livello nazionale dal governo e da Giuseppe Conte, mentre gli esperti proponevano solo la chiusura di alcune regioni del Nord. Ma da quei verbali mancavano quelli relativi ad Alzano Lombardo e Nembro, i due paesi in Valseriana, nella Bergamasca, dove il Covid-19 ha picchiato durissimo, tanto da essere considerati i paesi simbolo della strage. Bene, ora quei verbali filtrano. E per il governo i guai sono enormi: si scopre infatti che il Cts aveva chiesto di istituire la zona rossa, ma il governo non lo ascoltò. Proprio quella zona rossa per la quale c'è stato a lungo un rimpallo di responsabilità proprio tra il governo e Attilio Fontana, governatore della Lombardia. E ora si scopre che le responsabilità sono di Conte, lo stesso Conte che quelle responsabilità le aveva sempre negate. Lo stesso Conte che voleva tenere segreti quei verbali. E ora è sempre più chiaro il perché.
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Lo scorso 3 marzo, infatti, il Cts metteva nero su bianco quanto segue: "Il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa anche in questi due comuni, al fine di limitare la diffusione dell'infezione nelle aree contigue". Un chiaro appello al governo nazionale, chiamato ad agire. Ma la zona rossa non venne istituita, anche se il 5 marzo in provincia di Bergamo arrivarono 250 componenti delle forze dell'ordine tra poliziotti, carabinieri e finanzieri per l'eventuale chiusura dei due comuni. Chiusura che però non scatterà mai. L'invio delle forze dell'ordine era stato deciso in seguito a un confronto tra Regione, Iss, Cts e governo.
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Nel documento, gli esperti mettevano in evidenza che "i due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un’unica catena di trasmissione. Ne risulta, pertanto, che l'R0 (cioè l'indice di contagio, ndr) è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio". Dunque il Comitato tecnico scientifico proponeva "di adottare le opportune misure restrittive" come quelle che hanno riguardato il Lodigiano. Misure che però non sarebbero scattate, con i tragici risultati che ben conosciamo. Dalle carte, insomma, un terremoto per Giuseppe Conte. Uno scandalo. Una bomba che mette davvero a rischio la sua permanenza a Palazzo Chigi.